10 genn – “Non perché i ricchi sono meno numerosi non devono contribuire: non accetto che i miliardari non paghino”. Ad affermarlo è il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, nel corso di un’audizione alla Commissione ‘Affari economici e monetari’ del Parlamento europeo.
“Vorrei che in Europa si faccia supportare le conseguenze della crisi ai più forti. E’ questa la solidarietà. Non mi piace quando si dice che gli sforzi devono essere effettuati dai più svantaggiati perché sono i più numerosi”, prosegue Juncker, sottolineando come “ne va del modello europeo”. “Quelli che hanno meno vantaggi devono fare uno sforzo ma – ribadisce – anche i ricchi devono contribuire agli sforzi globali”.
“Nell’area euro la disoccupazione supera l’11%, e dobbiamo ricordarci che quando è stato fatto l’euro avevamo promesso agli europei che tra i vantaggi della moneta unica ci sarebbe stato un miglioramento degli squilibri sociali. Stiamo sottovalutando l‘enorme tragedia dell’alto livello della disoccupazione“, avverte poi. Per Juncker, inoltre, serve a livello europeo “un accordo per definire una base sui diritti minimi dei lavoratori” nel quale deve figurare “una salario minimo legale per tutti gli Stati membri della zona euro”.
“Di fronte a noi abbiamo ancora anni difficili. I problemi restano seri e le soluzioni richiedono una buona dose di coraggio politico”, dice. Tra i numerosi problemi da affrontare, sottolinea Juncker, c’è “quello dei sistemi sociali diversi” tra i vari paesi. “Avremo molti problemi sul fronte del finanziamento della protezione sociale e delle pensioni. La nostra generazione deve farsi carico di questi problemi e continuare a renderli sostenibili dal punto di vista finanziario. Attualmente non è così perché il potenziale di crescita al momento non è sufficiente”, spiega.
Juncker, che conclude la sua esperienza di 8 anni alla guida dell’Eurogruppo, preferisce non fare immediatamente un bilancio: “Questo bilancio se lo facessi in modo spontaneo adesso sarebbe troppo negativo. In negativo c’è tutto quello che non è riuscito, i ritardi, tutti gli atti mancati e le decisioni sbagliate”.