10 gen – Revocare quel provvedimento che prevede che gli invalidi civili al 100%, per avere la pensione di invalidita’, debbano fare riferimento non piu’ al reddito personale ma anche, a partire dal 2013, a quello del coniuge. E’ la richiesta della responsabile dell’ufficio Politiche della disabilita’ della Cgil Nazionale, Nina Daita, in una lettera inviata oggi al direttore generale dell’Inps, Mauro Nori.
Il provvedimento a cui fa riferimento Daita e’ la circolare Inps del 28 dicembre scorso n. 149 che produrra’, scrive la dirigente sindacale, ”gravissime iniquita”’. La circolare prevede infatti ”un grave elemento di novita’ che riguarda i soli invalidi civili al 100% titolari di pensione di invalidita’. Fino ad oggi il limite reddituale considerato e’ stato quello relativo ai redditi strettamente personali, dal 2013 verra’ considerato anche quello del coniuge”.
Una decisione amministrativa che, aggiunge la dirigente sindacale, ”non si basa su alcun dettato normativo ma su una Sentenza della Corte di Cassazione del 2011” e che determinera’ la perdita del diritto alla pensione, pari a 275,87 euro al mese, agli invalidi totali titolari che, assieme al coniuge, hanno un reddito lordo annuo superiore a 16.127,30 euro.
C’e’ poi il rischio che si aprano, spiega Daita, ”diverse controversie e contraddizioni. In primis e’ da segnalare una disparita’ di trattamento tra gli invalidi totali e gli invalidi parziali, per i quali varrebbe ancora il reddito personale, e di fatto verrebbero penalizzati i piu’ bisognosi (anticostituzionale?). Di seguito, e’ importante considerare che la giurisprudenza ci mette a disposizione molte altre sentenze che contraddicono quella presa in considerazione dall’Inps stessa”.
Infine, conclude Daita, ”tutto questo produrrebbe delle fortissime ineguaglianza tra persone con disabilita’, e naturalmente si aprirebbe la strada a numerosissimi contenziosi legali, dannosi sia per il cittadino che per l’Istituto stesso. Inutile sottolineare quanto queste novita’ stiano alimentando ansia e disagio nella categoria degli invalidi civili”.