9 gen. – Dopo molte fatiche e qualche malumore, la direzione nazionale del Pd ha varato ieri sera la lista per le prossime politiche. Molte le donne anche capilista che alla fine saranno il 40% degli eletti, motivo di orgoglio per Pier Luigi Bersani, e tanti i giovani. Resta per qualcuno l’amarezza per avere perso le primarie o per essersi visto scavalcato in lista dai candidati scelti dai vertici del Pd.
Matteo Renzi ha piazzato alcuni dei suoi fedelissimi, ma non Roberto Reggi. Al termine di una riunione lampo, con le liste votate quasi all’unanimita’ a parte qualche astenuto, il segretario ha esultato. “Piu’ che favoriti ci sentiamo vincenti”, ha detto, “siamo noi la lepre da inseguire. Noi siamo pronti alla guida del Paese”.
A dare tanta sicurezza al leader del Pd sono la squadra e il programma che presentera’ il 24 e 25 febbario. E si sente forte tanto da non avere alcun timore per la sfida con Mario Monti. “Non capisco quando parlano di una sinistra che frena: quando sono stato ministro ho fatto molte riforme, anche piu’ di quelle che ho visto approvare nell’ultimo anno”, ha chiarito.
Il 2013, ha avvertito, “sara’ l’anno piu’ acuto della crisi sociale e il rischio finanziario e’ attenuato ma non eliminato. Ma l’Italia ce la fara’”. La lista varata ieri sera dalla direzione e’ stata come sempre frutto di una durissima battaglia tra le anime. Non solo. Questa volta hanno combattuto duramente anche i territori che dopo avere organizzato le primarie hanno mal digerito i nominati da Roma. Alla fine si e’ trovato un compromesso, con la quota riservata ridimensionata in alcune regioni come la Sicilia. Spesso poi i nominati sono stati inseriti dopo i vincitori delle primarie nelle posizioni eleggibili solo in caso di grande vittoria del Pd grazie al premio di maggioranza.
Pochi i fedelissimi del segretario catapultati in lista e nessuno dello staff. Ci sono Alessandra Moretti, terza in Veneto1, piu’ Roberto Speranza capolista alla Camera in Basilicata e Miguel Gotor primo in lista del Senato in Umbria. Della segreteria, entrano Davide Zoggia primo in Veneto, Nico Stumpo in Calabria, Francesca Puglisi in Emilia per il Senato, Antonio Misiani in Lombardia2 e il responsabile immigrazione Khalid Chaouki in Campania.
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Stefano Fassina e Matteo Orfini sono rispettivamente terzo e decimo nel Lazio dopo avere fatto le primarie. Salvi tra i parlamentari uscenti che non hanno fatto le primarie Antonio Boccuzzi in Piemonte e Vannino Chiti per il Senato, Matteo Colaninno e Rosa Calipari in Lombardia2, Gianclaudio Bressa capolista in Trentino, Antonello Giacomelli in Toscana, Anna Paola Concia in lista per il Senato in Abruzzo, Federica Mogherini e Lapo Pistelli in Emilia Romagna, Saverio Garofani, Piero Martino e Gianni Cuperlo nel Lazio, Marco Causi e Luciana Pedoto in Sicilia, Walter Verini e Marina Sereni (capolista) in Umbria. Dovrebbe salvarsi anche Manuela Ghizzoni in Emilia.
Entra il segretario del Pd in Toscana Andrea Manciulli. Renzi piazza, tra nominati e vincitori delle primarie, Simona Bonafe’ ed Ermete Realacci in Lombardia, Yoram Gutgeid in Abruzzo, Paolo Gentiloni nel Lazio, Ivan Scalfarotto in Puglia piu’ un pattuglione di fiorentini come Luca Lotti, Dario Nardella, Maria Elena Boschi, Roberto Giachetti. Matteo Richetti sara’ in Emilia in ottima posizione.
Giorgio Tonini e’ capolista in Trentino per il Senato. Giorgio Gori e’ 23esimo in Lombardia per il Senato ma potrebbe farcela in caso di vittoria del Pd. Michele Anzaldi e’ al 25mo in Emilia Romagna. L’area liberal e montiana e’ in sofferenza.
Fuori dalla lista sono rimasti gli ecodem Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, Andrea Sarubbi e Stefano Ceccanti. Sandro Gozi e’ al 16mo posto in Lombardia. Fuori anche Massimo D’Antoni mentre e’ in buona posizione in Sicilia Vladimiro Crisafulli. Folta invece la pattuglia dei cattolici, rafforzata da nomi di spicco come Emma Fattorini, Edo Patriarca, Ernesto Preziosi e Flavia Nardelli.
Il procuratore Piero Grasso guida il Pd nel Lazio al Senato. Il presidente dell’Ordine nazionale dei medici, Amedeo Bianco, in lista in Sicilia per Palazzo Madama. Sempre lì, in quarta posizione alla Camera, Luigi Taranto, segretario generale della Confcommercio, associazione storicamente vicina alla Dc e poi al berlusconismo e nel gioco del ruba bandiera – in questo caso anche rispetto alla lista Monti – si tratta di una pedina importante. Lo è anche, in un’altra regione chiave, la Lombardia, la candidatura di Alfredo Bazoli. Chi è? Il nipote del banchiere Giovanni Bazoli, potere forte, fortissimo, dell’area bresciana.
Moltissimi gli esterni di tutte le aree piazzati in posti di prestigio. Carlo Dell’Aringa e’ capolista in Lombardia, Anna Maria Carrozza e Valeria Fedeli in Toscana rispettivamente per Camera e Senato. E molti i giornalisti da Massimo Mucchetti, capolista per il Senato in Lombardia, a Corradino Mineo in Sicilia.
(AGI)