4 genn – Rischia fino a 20 anni di carcere chi partecipa al conflitto in corso in Siria, che sia dalla parte dei ribelli o da quella del regime di Bashar al-Assad. E’ stato chiato il portavoce del ministero degli Esteri australiano Bob Carr rivolgendosi ai suoi connazionali dopo la notizia di un cittadino di Melbourne ucciso in Siria mentre combatteva a fianco dei ribelli. Sarebbero oltre un centinaio, secondo i dati in mano al governo di Canberra, gli australiani coinvolti nel conflitto siriano dal 2011.
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”Una persona non puo’ entrare in uno Stato straniero con l’obiettivo di intraprendere attivita’ ostili – ha spiegato Carr – La pena (per questo reato è, ndr) il carcere per 20 anni”. Inoltre ”chiunque in Australia recluti qualcuno da inviare all’estero per combattere rischia sette anni” di carcere.
Sono almeno tre i cittadini australiani di cui si ha notizia della morte in Siria. Tra loro Abu al-Walid al-Australi, originario di Melbourne, ucciso nel fine settimana. Il fondatore del Consiglio arabo australiano Joseph Wakim ha spiegato che molti si sono recati in Siria affermando di voler portare sostegno umanitario, ma poi sono stati coinvolti nei combattimenti. ”Credo che per la maggior parte di loro si tratti di convinzioni personali piuttosto che di un incarico mercenario”, ha detto all’Australian Broadcasting Corporation. adnk