Sequestrato il presepe fatto con water, copertoni e rifiuti

24 dic – IL PRESEPE doveva rappresentare una favela. C’erano un water, una rete metallica, vecchi copertoni. Davanti, un cartello avvisava addirittura del pericolo. In quel momento, nella serata di venerdì, non c’era traccia delle figure tradizionali del presepe. Nè c’erano volontari a controllare. Sembravano rifiuti, (e lo erano)davanti a San Mercuriale.

E così è scattato il sequestro e la rimozione: immediatamente sono arrivati i carabinieri, insieme al pm Alessandro Mancini, e hanno stabilito di transennare l’area. Ieri mattina, poi, è stato tutto rimosso. Gli autori del presepe provocatorio erano della Papa Giovanni XXIII. E ora in diversi rischiano le denunce per violazione delle norme sulla tutela dei beni culturali.

La Polizia municipale si farà carico delle verifiche amministrative, contattando gli uffici comunali competenti (suolo pubblico). Non si tratta di verificare la presenza dell’autorizzazione, ma di capire se il materiale è stato sistemato secondo le disposizioni: in parole povere, il Comune sapeva cosa sarebbe stato realizzato? L’associazione, in caso di violazioni, rischia di dover pagare 516 euro di multa.

IL CHIOSTRO è lo stesso luogo dei sequestri dei mesi scorsi, quando l’area fu transennata e resa off limits agli abituali frequentatori. «Noi siamo rimasti sbalorditi quando abbiamo visto arrivare tante forze dell’ordine, Polizia municipale e Carabinieri», commenta Daniele Severi, responsabile dell’associazione Papa Giovanni XXIII. «Quest’anno – osserva Severi – il nostro desiderio era quello di rappresentare la ‘grotta’ dei poveri di oggi: una baracca». Insomma, la povertà nei giorni nostri. «Avremmo aggiunto cartelli esplicativi che avrebbero illustrato meglio il significato di un presepe così singolare, ma non c’è stato tempo. Se dovremo rispondere, lo faremo assumendoci ogni eventuale responsabilità».

23 dicembre – Resto del Carlino