20 dic. – Una sentenza storica sancisce la responsabilita’ delle banche nel ‘rifilare’ prodotti finanziari ‘tossici’ agli enti pubblici, in questo caso al Comune di Milano. La scrive il giudice Oscar Magi alla fine di un processo lungo e complicato concluso con la condanna a un milione di multa a testa ed a una maxi confisca da 89,6 mln complessivi nei confronti di quattro importanti istituti di credito esteri (Depfa, Jp Morgan, Deutsche Bank e Ubs).
Sono stati riconosciuti colpevoli di avere raggirato il Comune di Milano attraverso due contratti derivati, senza informare Palazzo Marino dei rischi a cui andava incontro. Miracolosi prodotti – cosi’ li avrebbero presentati i nove funzionari oggi condannati per truffa aggravata a pene fino a sei mesi – in grado di riempire d’oro le casse pubbliche nel giro di 30 anni. E invece il Comune si e’ ritrovato piu’ povero di prima senza neanche sapere come. In sintesi, un’operazione con solo azzardi e costi per un ignaro Palazzo Marino e solo guadagni (gli 89,6 mln di euro confiscati) per la controparte.
Il giudice ha assolto “per carenza dell’elemento soggettivo”, in sostanza per averci capito poco o nulla, l’ex city manager del Comune, Giorgio Porta, e il consulente della giunta allora guidata da Gabriele Albertini, Mario Mauri.
Uniche colpevoli riconosciute le banche, anche se sull’ente pubblico il giudice getta un’ombra, ipotizzando la falsa testimonianza dell’ex dirigente comunale Angela Casiraghi, che condusse le trattative. Per il pm Alfredo Robledo, le cui richieste sono state accolte in pieno, ogni ente pubblico dovrebbe dotarsi di un esperto di matematica finanziaria nelle trattative con le banche.
“L’Italia – ha affermato il magistrato dopo la lettura del dispositivo – e’ stata terra di scorribande per loro e questa sentenza e’ storica perche’ stabilisce un dovere di trasparenza. Dalle banche c’e’ stata un’aggressione alla comunita’ per l’opacita’ assoluta dell’operazione. E, alla fine, Palazzo Marino ha fatto una cosa folle, si e’ fatto irretire”.
Il verdetto, a rischio prescrizione nel 2014, potrebbe essere ‘pilota’ per altre inchieste analoghe sparse in tutta Italia. Nelle prime reazioni ufficiali, i quattro istituti esteri promettono ‘battaglia’ in appello e garantiscono sulla loro correttezza. Nel marzo scorso avevano gia’ pagato un conto salato firmando un accordo transattivo col Comune (che aveva cosi’ ritirato la costituzione di parte civile) versando 650 milioni di euro, in parte ‘spalmati’ nei prossimi 23 anni. agi