18 dic – La Germania conquista la Sicilia con l’usura, sottraendola agli Usa, ovvero effetti geostrategici d’un collasso economico. Un usuraio agisce aprendo crediti insostenibili alla vittima, accrescendone poi il debito attraverso ulteriori prestiti, resi inestinguibili proprio perché a tassi usurari e a lungo termine.
Per l’Italia, tale processo cominciò nel 1981, col credito pubblico italiano in ascesa, ma non ancora incontrollabile. Nel giugno 1981, una commissione di studio, presieduta da Paolo Baffi, direttore generale di Bankitalia, deliberò di seguire lo schema d’un giovanotto, molto stimato dai Rothschild, tale Mario Monti, il quale propose l’emissione di titoli a lungo termine, con aste mensili e quindicinali, in modo che il rendimento cedolare fosse fissato dal mercato, con scadenze tra i 5 e i 7 anni. Il che, a detta del professorino, garantiva il potere d’acquisto e, secondo gli esiti delle aste, un piccolo rendimento dell’1-2%. Il Tesoro, zufolò Monti, avrebbe avuto da 5 a 7 anni per programmare e finanziare meglio la spesa pubblica. La proposta passò con standing ovation. Il deficit andò su come un proiettile. Le spese aumentarono invece di diminuire.
Mentre Mario Monti procurava il credito a tassi impossibili, aumentarono tasse e benzina, le spese sanitarie sfondarono di mille miliardi di lirette il finanziamento statale. In parallelo, s’aggiunse la situazione internazionale, con una tacita sotterranea alleanza fra i complessi militare industriale statunitense e sovietico, dai cui effetti antidemocratici e inflazionistici il generale Dwight Eisenhower, lasciando la Casa Bianca, mise inutilmente in guardia gli statunitensi.
C’erano già state altre nequizie economiche, come il verme solitario della legge Mosca (ItaliaOggi 28.02.2012) che dal 1972 aveva slabbrato i margini del debito pubblico, dando pensioni (mai pagate da versamenti) a un esercito di galoppini partitici e sindacali che sono quindi andati in pensione a sbafo, a spese cioè di tutti gli altri italiani. Altre innumerevoli elargizioni agli amici e agli amici degli amici s’aggiunsero, sulle quali è inutile dilungarsi. La sottomissione dell’Italia al Patto Atlantico, attraverso il debito pubblico, si perpetua da allora con la vana pretesa di rimediarvi solo attraverso tasse iperboliche e accrescendo il debito e, con esso, il legame alle banche statunitensi.
Questo tuttavia oggi offre una sponda alla Germania per scalzare gli Usa dalla Sicilia ed entrare nel Mediterraneo. Le banche tedesche battono l’isola palmo a palmo, offrendo finanziamenti ipotecari annuali al 12% ai possidenti che non sanno come fronteggiare l’IMU e le altre tasse. Agli interessi, trattenuti alla fonte, sommano 4,5% per spese, commissioni e assicurazioni.
I beneficiati offrono in garanzia ipotecaria immobili di valore doppio dell’importo nominale del prestito. Un edificio da 200mila euro garantisce un prestito nominale di 100mila euro dei quali il contraente riceve 88mila per restituire, entro un anno, 104.500euro, pena l’esproprio dell’immobile. Bankitalia sa e sta a guardare. Entro uno o due anni la presenza tedesca nel centro del Mediterraneo sarà concreta e pesante di gran lunga più avvertibile di quella statunitense, nonostante le basi militari. Dopo si vedrà.
Piero Laporta per Italiaoggi