18 dic. – E’ opportuno rendere possibile l’acquisizione della cittadinanza da parte dei minori figli di immigrati gia’ di fatto integrati nella nostra comunita’ nazionale. Lo sostiene il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della Giornata internazionale del Migrante.
“L’ostilita’ nei confronti dell’immigrazione – osserva Napolitano – deve essere considerata un rifiuto della realta‘, frutto di ingiustificate paure troppo spesso alimentate nel dibattito pubblico. Il fenomeno immigratorio, che e’ inevitabile, deve essere percio’ accompagnato da politiche adeguate, perche’ a coloro che vengono a lavorare in Italia sia attribuito il rispetto che meritano, nell’osservanza delle nostre leggi”.
“Ai tanti immigrati che risiedono e lavorano o studiano in Italia auguro di riuscire a superare le difficolta’ che incontrano, oggi aggravate dalla crisi economica – scrive il presidente -. Torno a suggerire l’opportunita’ di rendere possibile l’acquisizione della cittadinanza da parte dei minori gia’ di fatto integrati nella nostra comunita’ nazionale.
Gli immigrati in Italia costituiscono una componente essenziale della popolazione, come forza lavoro e anche fonte di energia vitale per una societa’ che invecchia”. C’e’ in Italia una “nuova emigrazione” favorita dalla crisi economica e dalla difficolta’ di trovare lavoro. E’ quanto scrive il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo messaggio per la Giornata internazionale del migrante. “Un Paese che torni a crescere, che voglia essere un luogo di aperta convivenza civile e’ l’Italia a cui tutti i migranti potranno guardare con fiducia – scrive il Capo dello Stato -.
Ed e’ l’Italia che auguro a tutti noi”.
“Le politiche rivolte a favorire la ripresa economica – osserva il presidente -, attraverso investimenti in innovazione e ricerca, costituiscono un importante incentivo a restare e per chi e’ gia’ all’estero a rientrare, riportando in Italia competenze arricchite dalle esperienze acquisite”. “Anche gli italiani, emigrati in massa in passato, non hanno mai smesso del tutto di cercare lavoro all’estero – conclude -, in particolare ora che la condizione della nostra economia non sempre consente a lavoratori specializzati e a giovani ricercatori e professionisti di vedere adeguatamente valorizzate le proprie competenze e professionalita’” agi