15 dic – ”L’intervista dell’onorevole D’Alema al Corriere della Sera e’ una pagina deplorevole della lotta politica. Non posso dire un segno dei tempi, perche’ il tempo di D’Alema e’ lo stesso di sempre, scandito dall’uso strumentale delle alleanze per consentire alla sua parte politica di prendere il potere.
D’Alema: sarebbe immorale se Monti si candidasse contro di noi
Il comunismo e’ nelle fibre piu’ intime di D’Alema e gli impone di adulare l’alleato di turno salvo liquidarlo quando non e’ piu’ funzionale agli interessi della sua parte politica”. Lo dichiara in una nota il vicepresidente dei deputati del PdL, Osvaldo Napoli.
”Definire ”moralmente discutibile” l’eventuale candidatura di Mario Monti alle prossime elezioni e’ un’espressione tipicamente comunista con cui si punta a denigrare e delegittimare il futuro, potenziale avversario.
D’Alema ritiene che Monti possa essere utile al Paese soltanto se ”chiamato” da qualcuno provvisto di consenso, ma lo ritiene privo del diritto di elettorato passivo.
D’Alema – aggiunge Napoli – afferma che candidando si Monti perderebbe la sua terzieta’ e la sua credibilita’. Chiedo io a D’Alema: e se Monti scegliera’ di non candidarsi non avra’ ugualmente perso la sua terzieta’ avendo ascoltato il consiglio interessato di D’Alema?”. asca