14 dic – Mohamed Morsi approfitta del caos legato al referendum sulla Costituzione e si prende anche la Banca Centrale Egiziana (Ecb). Con un ennesimo colpo di mano, Morsi ha ridotto da 14 a sei il numero dei membri del consiglio di amministrazione e posto nelle sue mani il potere di nominare in modo unilaterale il governatore e due vice-governatori. Intanto, circa 100 manifestanti hanno sfondato le barricate erette intorno al palazzo presidenziale, ma sono stati respinti dall’esercito.
La Banca centrale sarà governata solo da nove persone, compresi governatore e vice-governatori. Il decreto riduce all’osso la presenza di esperti esterni e indipendenti e cancella la presenza dei delegati del ministero del Commercio estero, lasciando un solo rappresentante del ministero delle Finanze. La mossa è in contrasto con una legge del 2003 che limitava il potere del governo sulla Ecb.
Tali cambiamenti sono già stati in parte approvati dal governo e, in assenza di un Parlamento, dovrebbero entrare in vigore nei prossimi giorni. Il decreto legge è frutto dell’approvazione delle leggi costituzionali “ad-personam” che danno al presidente il controllo temporaneo sui poteri legislativo, esecutivo e giudiziario.
Nel frattempo, in queste ore centinaia di manifestanti dei partiti democratici sono tornati in piazza Tahrir e nei pressi del palazzo presidenziale per protestare contro il presidente e i Fratelli Musulmani, accusati di voler imporre con il referendum del 15 dicembre una costituzione basata sulla sharia e non rappresentativa della società egiziana. Da parte loro gli islamisti hanno organizzato cortei e manifestazioni a sostegno del capo di Stato. Per sicurezza le autorità hanno blindato le aree più sensibili del Cairo, dando l’autorizzazione ai militari di arrestare i civili in modo arbitrario. Questa mattina, un gruppo di ignoti a volto coperto ha attaccato con bottiglie molotov i bivacchi degli attivisti in piazza Tahrir, ferendo nove persone. asianews