Doha, 8 dic. – Nessun accordo a Doha, dove dal 26 novembre scorso si tiene la XVIII Conferenza delle Nazioni Unite sui Mutamenti Climatici, alla presenza di circa 17.000 delegati in rappresentanza di quasi duecento Paesi e organismi internazionali: le discussioni si sono arenate sui finanziamenti da parte dei Paesi sviluppati a quelli in via di sviluppo perche’ possano affrontare le conseguenze del surriscaldamento globale.
I lavori sono cosi’ stati protratti oltre il termine prefissato delle due settimane, che scadeva ieri. Il presidente della Conferenza e vice primo ministro del Qatar padrone di casa, Abdullah bin Hamad al-Attiyah, ha allora avviato consultazioni con le delegazioni presenti, invitandole a considerare una serie di compromessi da lui proposti per arrivare a un patto finale.
Si tratta di rinnovare la validita’ del Protocollo di Kyoto del 1997, cosi’ da avere il tempo di mettere a punto entro il 2015 una nuova intesa, destinata a entrare in vigore a tutti gli effetti nel 2020.
Il problema finanziario sui presenta comunque di non facile soluzione: i Paesi ricchi sono infatti chiamati a elargire un totale di 100 miliardi di dollari, pari a 76 miliardi di euro, per i prossimi otto anni, con una sensibile impennata rispetto ai 30 miliardi di dollari originariamente previsti. I Paesi poveri esigono pero’ ulteriori 60 miliardi di dollari per il triennio a venire, almeno 20 dei quali da versare l’anno prossimo, mentre Stati Uniti e Unione europea si rifiutano di definire fin da subito cifre precise. (AGI) .