14 lug – Una globalizzazione della finanza senza regole e senza un controllo democratico adeguato, ha lasciato a briglia sciolta potenti gruppi economici e finanziari che manovrano flussi di denaro quantificabili in almeno dieci volte il Pil mondiale e ai quali si e’ permesso di avere partecipazioni dirette nella governance delle maggiori agenzie di rating. Questi gruppi possono evidentemente contare su una forte capacita’ di condizionamento della politica. Cosi’ Gianni Pittella, primo vicepresidente parlamento europeo.
Nulla di significativo e’ stato fatto infatti per mettere fine alla deregulation selvaggia del mercato dei derivati e chiudere le falle nella legge bancaria statunitense e europea, che hanno permesso la speculazione sui mutui spazzatura e dal quale e’ scaturita la crisi mondiale che stiamo vivendo.
Incredibilmente inoltre, dopo tutto quello che e’ successo, la legge sia negli Usa che nella Ue permette ancora agli istituti di credito che raccolgono il risparmio delle famiglie e i capitali ottenuti a tassi di sconto irrisori dalle banche centrali, di investire questi soldi in attivita’ speculative.
Una di quelle che vanno piu’ in auge, soprattutto oltre oceano e nella City, e’ di scommettere con meccanismi assicurativi sulla caduta dell’Euro che tra l’altro, non lo dimentichiamo, e’ ormai il principale concorrente del dollaro come principale moneta di scambio nel commercio mondiale.
C’e’ chi perde miliardi perche’ non ha calcolato i tempi giusti. C’e’ chi si arricchisce sulle oscillazioni dei differenziali dei rendimenti dei titoli di Stato (spread) che in Europa da un po’ di tempo sono divenuti vertiginose. Ma vi sono sullo sfondo anche grandi interessi geopolitici e strategici. E’ difficile quindi non pensare che nel furioso attacco speculativo all’Euro e nel sistematico declassamento dei debiti sovrani dei paesi di Eurolandia, non vi sia una regia.
E quello che sta accadendo ancora in queste ore lo conferma.
Oggi la Commissione, e il Parlamento europeo da un anno, propongono l’istituzione di un’agenzia di rating indipendente al quale tutte le istituzioni pubbliche e i fondi pensione dovrebbero fare riferimento, insieme alla richiesta di applicare sanzioni in presenza di giudizi sbagliati e affidare la classificazione dei debiti sovrani alla Corte dei conti europea. Ma se la politica e’ debole vincono gli speculatori e quattro agenzie che senza controlli decidono sui destini di tutti noi.
Per questo la crisi che l’Unione europea sta attraversando e’ prima di tutto un‘emergenza scaturita dal rapporto assolutamente squilibrato tra democrazia e finanza, come lo e’ stato per lungo tempo tra rappresentanza popolare e poteri economici e che ci interroga sul ruolo che le forze progressiste devono al piu’ presto assumere nel governo del paese e dell’Europa. asca