28 nov – ”Credo che nessuno nel nostro partito metta in dubbio il fatto che Berlusconi sia il migliore candidato possibile”. Cosi’, intervistato dal quotidiano ”La Stampa”, il senatore del Pdl Sandro Bondi.
Il problema di fondo, spiega, ”non e’ la costruzione di un nuovo partito, ma il ripensamento del centrodestra in Italia, il suo rapporto con il governo Monti la cui esperienza si sta concludendo in maniera non positiva”. Nel Pdl ”bisogna sciogliere alcuni nodi fra cui l’identita’ di un partito liberale e riformista che non puo’ essere sbilanciato ne’ sulla destra di La Russa ne’ sui supporter di Monti. Il Pdl per una serie di cause ha perso il consenso degli elettori ce si rifugiano nell’astensionismo o addirittura in Beppe Grillo”.
Bondi evidenzia che ”e’ avvenuta purtroppo una saldatura tra esponenti” come Quagliariello e Sacconi ”e l’area di An tesa soltanto alla gestione del partito. All’interno di questo correntone c’e’ infatti chi propone intese con Casini e Monti, e chi al contrario vi si oppone duramente”. Le primarie ”sono state volute proprio per suggellare l’accordo e in funzione di una conta interna al partito: una sorta di congresso anticipato e non una proposta di rinnovamento che Alfano avrebbe dovuto rappresentare”.
”Da tempo – spiega ancora Bondi – insisto sulla necessita’ che Alfano cammini insieme a Berlusconi per rinnovare radicalmente la nostra immagine”. Il cambiamento per Bondi e’ il ritorno di Silvio Berlusconi che proprio per questo ”ha lottato strenuamente”: ”Ha ammesso di non essere riuscito a modernizzare l’Italia come avrebbe voluto per tante ragioni. Ma oggi solo lui ha l’esperienza e la forza per mantenere unito il centrodestra e rivolgere un appello alle forze migliori del Paese. Chi pensa oggi di fare senza di lui o contro di lui non ha il polso della realta”’. asca