29 nov – Le banche rafforzino il capitale invece di fare appelli all’Fmi per chiedere di allentare i parametri normativi sui capitali, perche’ gli istituti di credito italiani sarebbero penalizzati in termini di crediti deteriorati.
Lo dice l’Associaizone dei consumatori Adusbef, guidata dal senatore dlel’Idv Elio lannutti. Il pressing sull’Fmi per evitare nuove possibili richieste di maggiori capitali – dice Lannutti – ”che sarebbero disastrose per il sistema e l’economia italiana, non deve essere accolto, per evitare che consumatori, famiglie e Pmi, strozzate dalle banche con richieste di rientri e revoca di fidi, oltre al danno vengano pure beffati”.
In pratica, per Lannutti, ‘‘invece di utilizzare 274 miliardi di euro di prestiti triennali al tasso dell’1% per operazioni speculative come il riacquisto delle proprie obbligazioni ibride, con guadagni secchi del 25-30%,o di annunciare dividendi agli azionisti, che sono prevalentemente le Fondazioni Bancarie, le banche dirottino quegli utili al rafforzamento del capitale.
Anche perche’, avere banche piu’ fragili, dopo che gli utenti ed i consumatori italiani sono stati costretti a sacrificare sull’altare della stabilita’, tassi piu’ elevati dello 0,50% sui mutui prima casa e costi piu’ alti, pari a 295,66 euro annui nella gestione dei conti correnti rispetto ai 114 euro medi dell’Europa a 27, con un prelievo forzoso di oltre 6 miliadi di euro l’anno per decenni, sarebbe – conclude il presidente dell’Adusbef – inaccettabile per i consumatori ed utenti dei servizi bancari”. asca