Bologna, 29 nov – ”Fra il 2004 e il 2011 la Regione Emilia Romagna ha speso 123 milioni di euro allo scopo di favorire l’integrazione sociale degli immigrati; 17,6 milioni ogni anno”.
E’ quanto rileva in una nota il consigliere regionale Fabio Filippi (Pdl), che precisa: ”Fra le diverse voci di spesa ve ne e’ una molto singolare relativa agli 80mila euro, concessi nel 2007 al Comune di Reggio Emilia, per realizzare un progetto cosi’ denominato: ‘Conoscere le regole del gioco’. Altri 80mila euro sono stati concessi al Comune di Ferrara, per la realizzazione del progetto denominato ‘Mediazione sociale e processi di integrazione”.
Per il 2012 la spesa regionale prevista per l’integrazione ammonterebbe a soli, si fa per dire, 3,1 milioni di euro”.
”A fronte di cio’ – osserva – vi sono ancora vaste comunita’ di immigrati, in particolare quelli cinesi, che continuano ad agire secondo le regole, le tradizioni ed i costumi della Cina, sia in campo sanitario che sociale ed altre comunita’, come quelle rappresentate dagli immigrati di religione musulmana, che continuano ad agire secondo regole stabilite non dallo Stato italiano ma dal Corano”.
”In una situazione di crisi economica come quella attuale – fa notare Filippi – la maggior parte della spesa sociale della Regione dovrebbe essere destinata a sostenere gli italiani, in particolare i giovani disoccupati e i cinquantenni, che non riescono piu’ ad inserirsi, per l’eta’, nel mercato del lavoro. Non vale piu’ la storiella che i lavoratori immigrati svolgono funzioni che gli italiani si rifiutano di svolgere: oggi esiste un’emergenza disoccupazione che va affrontata con la necessaria determinazione.
E’ necessario dunque stabilire delle priorita’, anche in campo sociale e dei servizi. Cio’ in quanto, in caso contrario, si rischia di scatenare una guerra fra poveri: guerra che solo degli irresponsabili potrebbero volere alimentare. La soluzione della porta spalancata, senza limiti e condizioni, all’immigrazione clandestina, adottata in questi ultimi dieci anni dalla Giunta regionale, ha creato una situazione di collasso nei servizi sociali; servizi che non riescono piu’ a sopportare, a fronte dei recenti tagli apportati al bilancio della Sanita’, il sovraccarico rappresentato da una immigrazione incontrollata”. asca