28 nov – L’Italia non riuscirà a conseguire i propri obiettivi di riduzione del deficit pubblico all’1,7% del Pil nel 2012 e allo 0,5% nel 2013, e rischia di registrare invece un disavanzo rispettivamente del 2,5% e dell’1,3% del Pil, se non adotterà delle misure di austerità aggiuntive da 9,5 miliardi di euro quest’anno e da 10 miliardi nel 2013.
Lo affermano gli economisti dell’Osservatorio francese delle congiunture economiche (Ofce) di Parigi, del Macroeconomic Policy Institute (Imk) di Düsseldorf e dell Economic Council of the Labour Movement (Eclm) di Copenaghen, in uno studio presentato oggi al Parlamento europeo a Bruxelles, la prima ‘Inchiesta annuale indipendente sulla crescita’ (Independent Annual Growth Survey – Iags).
Nel rapporto, finanziato dal gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo (S&D) e dalla Fondazione europea per gli studi progressisti (Feps) e promosso dal capogruppo S&D Hannes Swoboda, si sostiene che le politiche d’austerità immediata, massiccia e contemporanea in tutti i paesi, perseguite dall’Ue sulla base di una analisi economica “obsoleta e inadeguata da parte della Commissione europea”, stanno aggravando pesantemente la recessione economica invece di combatterla.
“La medicina, insomma, sta uccidendo il malato, come una chemioterapia applicata a un malato di cancro in modo troppo intensivo e massiccio”, ha spiegato uno degli autori del rapporto, il direttore del dipartimento di analisi e previsioni dell’Ofce, Xavier Timbeau. tmnews