Dopo la chiusura dell’Ilva, Taranto è una polveriera sociale

27 nov – Si scrive Ilva, si legge licenziati. Circa 5000 lavoratori dell’area a freddo dello stabilimento siderurgico di Taranto possono restare a casa. I badge sono ormai disattivati da lunedì.
La magistratura ha intanto spiccato almeno cinque ordinanze di custodia cautelare per crimini ambientali. Una riguarda il sindaco della città pugliese, Ippazio Stefàno e l’altra Fabio Riva, figlio del patron dello stabilimento, irreperibile. Ovvia l’inquietudine dei salariati che hanno occupato lo stabilimento.

“Vogliamo salvaguardare il nostro posto di lavoro, che ci stanno togliendo. non abbiamo nulla a che fare con i problemi dell’inquinamento. Sono problemi che vengono dall’alto mentre noi stiamo perdendo i nostri posti di lavoro. Adesso si temono problemi per l’ordine pubblico nella città. Perché oltre ai salariati diretti dell’Ilva ci sono anche centinaia di aziende dell’indotto che potrebbero chiudere. Taranto resta col fiato sospeso in attesa dell’incontro questo giovedì fra azienda e parti sociali per decidere il destino di migliaia di persone e delle loro famiglie. euronews