26 nov – Anni fa aveva denunciato di aver ricevuto molestie sul luogo di lavoro e oggi, dopo essere stata trasferita su sua richiesta ad un ufficio diverso, non solo ha avuti dei richiami (seppur lievi), ma non e’ riuscita ad ottenere i punteggi che le spettavano (piu’ alti del normale, considerando i suoi turni di servizio) per iscrivere il figlio all’asilo comunale del paese della Romagna dove vive.
Questa storia, che riguarda una poliziotta in servizio alla Polstrada di Imola (prima lavorava in una sottosezione di Bologna), e’ arrivata sul tavolo del Governo, dopo che Emanuele Fiano, deputato Pd, ha chiesto dei chiarimenti sulla vicenda al ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri denunciando “comportamenti gravemente lesivi dei diritti della lavoratrice”.
Alle sue domande ha risposto il sottosegretario agli Interni, Carlo Di Stefano (nel testo scritto fornito martedi’ alla presidenza della Camera), spiegando che l’impossibilita’ di ottenere i punteggi per l’asilo e’ legata esclusivamente al ritardo con cui gli uffici della Polizia stradale hanno trasmesso la pratica al Comune (cosa per cui l’impiegato ‘lento’ e’ stato sanzionato), mentre le “lievi sanzioni disciplinari” che l’agente donna ha ricevuto “sono strettamente connesse all’effettuazione del servizio”. Insomma, nessuno sta mettendo i bastoni tra le ruote all’agente donna in ragione della denuncia precedente, come affermato invece da Fiano nella sua interrogazione in cui parlava di “ostacoli all’inserimento” nella nuova struttura.
Per il ministero, che ha raccolto le informazioni dalla Prefettura di Bologna (che a sua volta ha interpellato il compartimento Polstrada dell’Emilia-Romagna) non c’e’ ragione di pensare che ci sia nessuna persecuzione della poliziotta.De Stefano, che ricorda tra l’altro come l’inchiesta sulle “presunte molestie” nata dalla denuncia della donna si sia conclusa con una richiesta di archiviazione da parte della Procura di Bologna, assicura che gli uffici della Polstrada “hanno sempre tenuto nella migliore considerazione la situazione familiare” della poliziotta, tant’e’ vero che nel 2007 le concessero il trasferimento.
Questo spostamento a Imola era stato chiesto dalla donna, afferma De Stefano, “per motivi personali e familiari”, ma secondo il deputato Fiano era una conseguenza di ben altro. Veniva, infatti, dopo “delicatissime questioni ambientali” che, come risulta anche da fonti sindacali, si sarebbero verificate nell’ufficio dove la donna lavorava. Di fatto, quello di cui l’agente e i sindacati hanno parlato era “una sorta di atteggiamento vessatorio” verso la donna, “in uno scenario di solidarieta’ maschile”.
E’ dopo questa vicenda (per cui ci fu anche una formale denuncia) che l’agente donna fece domanda di trasferimento, poi arrivato nel 2007. Anche una volta giunta al distaccamento di Imola, pero’, i problemi sarebbero continuati. In particolare dopo la nascita di un figlio nel 2010: l’anno successivo, infatti, la donna non si e’ vista assegnare i benefici nel calcolo dei punti necessari per la graduatoria del nido del suo Comune di residenza. Quando lo ha saputo, nel giugno scorso, ne ha attribuito la responsabilita’ al Comando in cui lavora, colpevole di non aver confermato al Comune la sua situazione e i suoi turni di servizio. Per De Stefano, pero’, non c’e’ stato niente di intenzionale.
Il problema dei punteggi dell’asilo e’ legato al fatto che “la procedura burocratica di comunicazione interna tra gli uffici della Polstrada si e’ conclusa oltre i termini necessari”. E per questo, “l’operatore addetto all’ufficio segreteria del distaccamento di Imola, responsabile di aver trasmesso in ritardo la documentazione richiesta dal Comune, e’ stato oggetto di censura disciplinare da parte della Polstrada di Bologna”. Non perche’ fosse “intenzionale”, ma perche’ e’ stato “negligente”. C’e’ da dire, ricorda De Stefano, che il figlio della donna e’ comunque entrato al nido. Le sanzioni disciplinari della donna? Sono “strettamente connesse all’effettuazione del servizio”. dire.it