La MMT è una cosa seria.

21 Nov – La furia rigorista del governo Monti, novello Attila, non sembra dare tregua. A ridosso delle elezioni, i principali partiti politici italiani che sostengono per pavidità questo governo infame, cominciano a mostrare (elettoralmente interessati) segni di ravvedimento. Bersani ha dichiarato che non voterà la legge di stabilità, ennesima porcata schiavista finalizzata a diffondere a macchia d’olio povertà e indigenza. Il ministro Grilli, ex marito della più famosa consulente di Finmeccanica Lisa Lowenstein, si dice sicuro del fatto che la manovra determinerà molto benefici, specie per i ceti meno abbienti. Le dichiarazioni di Grilli, oramai noto contaballe, provano definitivamente il carattere nefasto e tragico del provvedimento in questione. L’olocausto del popolo italiano ed europeo prosegue spedito, supportato da una batteria mediatica di operatori dell’informazione inetti o prezzolati (o entrambe le cose), mentre il montante malcontento popolare fatica a trovare sbocchi politici realmente alternativi e costruttivi. Qualche sera fa, durante la trasmissione Piazza Pulita condotta da Corrado Formigli, il candidato alle primarie del centrosinistra Nichi Vendola non è riuscito a rispondere compiutamente alle osservazioni pappagallesche ripetute in studio da due donne convinte di saperla lunga. Lucia Annunziata, giornalista strapagata e sopravvalutata, nonché l’economista chic Lucrezia Reichlin, figlia del noto dirigente comunista Alfredo, bacchettavano l’etereo Nichi in materia d’economia, brandendo i soliti falsi dogmi che accumunano le analisi di tutti i neoliberisti dogmatici. “Abbiamo vissuto sopra le nostre possibilità”, dichiarava l’Annunziata riferendosi probabilmente al proprio stipendio; “c’è il macigno del debito pubblico”, ribatteva senza fantasia la Reichlin utilizzando uno dei ritornelli più in voga di questi tempi. Mentre il povero Nichi incassava pensoso in attesa di partire con una delle sue narrazioni che non riuscivano, in ogni caso, a smontare alcuni pilastri dialettici che tengono in piedi l’attuale euromostro. Se Nichi avesse studiato la Modern Money Theory, anziché contrapporre solo cazzate demagogiche e non risolutive come il totale disarmo bellico, avrebbe avuto modo di rispondere alle due ricche signore nel seguente modo: “le politiche di rigore e austerità hanno prodotto soltanto una inarrestabile spirale recessiva. Il paradigma economico va, in sede europea, totalmente ribaltato, riscoprendo Keynes e costruendo un modello di finanza finalizzato alla piena occupazione sull’esempio delle ricette del grande economista Abba Lerner. Debito pubblico significa ricchezza privata. Grandi e ricchi Paesi come gli Stati Uniti d’America o il Giappone hanno un debito pubblico molto superiore al nostro, eppure non sono sull’orlo di nessun default. Lo Stato a moneta sovrana crea ricchezza al netto dal nulla, per cui è assolutamente irrazionale il timore della bancarotta. Il predomino della finanza speculatrice che ha messo in un angolo la buona politica capace di perseguire idee di interesse generale rappresenta il cuore del problema. Un problema che verrà affrontato in maniera prioritaria da un nuovo e consapevole governo di centrosinistra, oramai pronto ad assumersi responsabilità di governo”. Questo avrebbe dovuto dire Nichi Vendola, senza arrampicarsi sugli specchi o, peggio, dare l’impressione di avere anch’egli metabolizzato come corretti alcuni concetti tipo la virtù del “pareggio di bilancio” o la favoletta che invita “lo Stato a controllare i conti alla stregua di qualsiasi famiglia privata”, mistificazioni essenziali per portare a termine il lungo piano di sterminio in atto . Questi sono, infatti, alcuni capisaldi di quel liberismo dogmatico che Vendola dice di voler combattere ma, evidentemente, senza possedere ancora gli strumenti intellettuali indispensabili per riuscire nel pregevole intento. A tal proposito, inviteremo ufficialmente il leader di Sel alla tre giorni di studi che si terrà in Calabria dal 30 novembre al 2 dicembre, patrocinata dalle principali istituzioni locali, che vedrà protagonisti i massimi esperti mondiali di MMT, nonché altri illustri personaggi che eccellono in materia di politica, filosofia, storia e sociologia. Sarà una occasione decisiva per far conoscere alla pubblica opinione italiana ed europea un diverso punto di vista “sulla crisi”, capace anche di indicare soluzioni possibili per costruire a breve una Europa diversa, finalmente libera, giusta, equa, solidale e federale. Vorrei invitare infine alcuni operatori mediatici che si interessano in maniera grossolana di MMT, a non mischiare la lucidità strategica della impostazione neokeynesiana sviluppata da alcuni illustri economisti della University of Missouri-Kansas City come Stephanie Kelton (nella foto), con lo sterile affannarsi di improvvisati e cialtroneschi divulgatori riccioluti. Sul sito giornalettismo.com, è uscito giorni fa un pezzo, a firma Mazzetta, di rara miopia e imprecisione (clicca per leggere). Scrive il giornalista: “…Barnard alla fine sgancia il testo una mail in inglese, che attribuisce a uno degli economisti, nella quale si dice che i profeti della MMT mai e poi mai possono mescolarsi con personaggi come Scopelliti, a capo della Regione Calabria che partecipa al patrocinio”. Chiaramente, caro Mazzetta, non hai letto il carteggio con attenzione. L’incidente che tu riporti era stato in seguito ampiamente superato, tant’è che Barnard chiude le comunicazioni con me minacciandomi di “parlare direttamente con Scopelliti”. Il fatto, poi, che serpeggi presso la pubblica opinione il dubbio che Barnard utilizzi la MMT per sbarcare il lunario, non inficia in alcun modo la forza scientifica della Modern Money Theory. Tanto più che, il team che ha elaborato tale dottrina economica di avanguardia, ha già allontanato il già citato personaggio, avendo avuto modo di maturare alcuni dubbi circa le reali intenzioni del soggetto in questione. Duole comunque constatare il sostanziale fallimento dell’appena conclusosi evento riminese organizzato da Barnard, ma il prevedibile flop non certifica affatto l’inefficacia attrattiva della MMT. Nel Febbraio scorso quasi 2.400 cittadini paganti si recarono a Rimini per ascoltare le relazioni di, tra gli altri, Stephanie Kelton, Marshall Auerback e Bill Black. Nessuno di loro era presente in occasione del deludente secondo evento. Oltre due terzi dei partecipanti al primo evento hanno purtroppo disertato il secondo, nonostante Barnard abbia usufruito pure di una certa visibilità mediatica garantita dalla abituale presenza negli studi del programma “L’Ultima Parola” condotto egregiamente da Gianluigi Paragone. Ma poteva definirsi realmente MMT questo secondo summit, in assenza di Wray, Tcherneva, Kelton, Auerback e Black? Certamente no. Una volta mollato da tutti, Barnard ha, nel suo stile, rigirato la frittata , presentando ora il solo Mosler quale padre della Modern Money Theory. Se domani lo dovesse mollare pure Warren, Barnard direbbe che la MMT l’ha inventata suo cugino. Insomma cari amici giornalisti che intendete approcciarvi allo studio di questa nuova dottrina economica destinata ad imporsi nel tempo sotto il profilo storico all’attenzione dell’intero Continente europeo, vi prego di non confondere le pagliacciate con le cose serie. La Modern Money Theory rappresenta una prospettiva terribilmente importante e forte. Così forte, ve ne accorgerete, da poter tranquillamente sopravvivere anche di fronte agli isterismi egocentrici di alcuni avventurieri in cerca d’autore che somigliano tanto alla brutta copia del pittoresco Reverendo Moon.

Francesco Maria Toscano