17 nov – Tanto sesso mostrato e raccontato, sempre comunque in chiave patologica: ‘E la chiamano estate’ di Paolo Franchi è il film che ieri ha portato scandalo e una ventata di polemica nel sonnacchioso Festival Internazionale del Film di Roma. La pellicola, presentata in concorso, non ha raccolto i consensi della stampa creando l’unico momento di tensione e dibattito acceso nella manifestazione di Marco Muller. Inoltre ha il non invidiabile primato di essere stato l’unico film apertamente fischiato dalla stampa.
“L’arte e’ egoista – ha detto il regista – e io non ho la pretesa di arrivare a tutti, ma di colpire qualcuno. Vorrei che in uno spettatore su cento almeno si creasse, come diceva Deschamps, un ‘rendez-vous’ con se stesso”. E’ una storia contorta in cui gli elementi psicologici ricordano alcuni film d’avanguardia anni Sessanta e Settanta che lascia perplessi anche dal punto di vista meramente estetico.
“Perche’ ho scelto questo titolo? L’ho usato per contrappunto”, la laconica risposta di Franchi. La pellicola, che uscira’ nelle sale italiane il 22 novembre, e’ prodotta da Nicoletta Mantovani con la sua ‘Pavarotti International’, e’ costata circa un milione e mezzo di euro e si e’ avvalsa del contributo del ministero dei Beni culturali (400mila euro) e della Regione Puglia (80mila euro). Secondo la produttrice, questo e’ “un film d’autore e non deve essere attaccato apriori ma difeso”.
se lo fa sara tommasi è porno, se lo fa lei è arte, ormai è la seconda pellicola
dopo averlo fatto realisticamente con nanni….
Più che hard………… porno..