16 nov. – Il Coordinamento per il manifatturiero (tavolo intorno al quale siedono associazioni di categoria del settore manifatturiero italiano) critica con forza la proposta della Commissione Europea di tagliare i permessi di emissione di CO2.
“Il Governo italiano non si puo’ rendere complice della schizofrenia della Commissione Europea, che da un lato con l’operato del Commissario Tajani riconosce il ruolo e la valenza dell’industria manifatturiera – che e’ fondamentalmente ad alto utilizzo di energia – e dall’altro continua a produrre in modo autoreferenziale e masochista delle norme che possono portare solo alla completa deindustrializzazione dell’Europa“, spiega il presidente di Confindustria Ceramica Franco Manfredini a proposito della proposta della Commissione europea di tagliare di 900 milioni le quote di emissioni di CO2 da mettere all’asta dal 2013 al 2015, presentata recentemente a Bruxelles.
“Siamo alla follia – prosegue il presidente di Assofond Enrico Frigerio – sappiamo tutti che la ragione fondamentale della deindustrializzazione in atto e’ l’elevato costo dell’energia, al quale abbiamo dovuto sommare i costi di acquisto dei permessi di emissione”.
Secondo il presidente di Assocarta Paolo Culicchi: “L’Italia si sta dotando di una Strategia Energetica Nazionale, in cui il presupposto e’ l’elevato costo e l’obiettivo finale e’ l’abbassamento del prezzo della bolletta energetica; come puo’ allora sostenere una proposta europea che si stima possa portare ad incrementi di prezzo dell’elettricita’ di 10 euro per megawattora? Sono prospettive insostenibili”.
“Non so piu’ cosa pensare – conclude il presidente Assomet Mario Bertoli – da una lato si parla dell’ambizione di aggiungere un altro 20 alla strategia europea: il 20% di produzione manifatturiera, oltre a quello di risparmio energetico e diminuzione di emissioni. Poi si elaborano proposte che possono forse portare alla chiusura di un altro 20 per cento delle nostre aziende! Incomprensibile.
Se questo governo sostiene la proposta di aumentare il prezzo dei permessi di emissione, vuol dire che non si e’ capito quali rischi sono dietro l’angolo. In un momento di crisi si continua a pensare a tassare direttamente e indirettamente: chiunque capirebbe che l’unico effetto possibile e’ la distruzione del nostro tessuto industriale”. (AGI) .