13 nov – E’ stato revocato il carcere duro a Domenico Vullo, 36 anni, ex boss mafioso di Cosa Nostra gelese, detenuto a Spoleto. Il ministro della Giustizia, Paola Severino, ha accolto l’istanza presentata dall’avvocato dell’uomo, Flavio Sinatra.
Nuovi collaboratori di giustizia scagionerebbero Vullo, che era stato indicato da alcuni pentiti come componente del gruppo di fuoco che, su ordine del capomafia Daniele Emmanuello, avrebbe dovuto uccidere il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, e il gip Giovanbattista Tona.
Il piano di morte fu sventato nel 2010 dalla Squadra mobile nissena nell’ambito dell’operazione ‘Extrema Ratio’. Vullo, che ha già scontato la pena per il reato associativo del 416 bis, rimane detenuto per estorsione, reato per cui deve ancora scontare sette anni.
“Vullo – ha spiegato all’Adnkronos il legale – non è più sottoposto al regime di carcere duro da sabato sera. All’interno del carcere ha già manifestato segnali di distacco nei confronti dell’organizzazione mafiosa, ha già pagato il suo conto con la giustizia per il reato associativo e per tutti i procedimenti ancora pendenti ha scelto il patteggiamento”.
“Noi ad Atene rispettiamo le legge e i magistrati…” ha commentato Crocetta all’Adnkronos.