12 nov – Non c’è ancora una soluzione concordata tra governo e maggioranza per risolvere il nodo degli esodati, i lavoratori che dopo la riforma previdenziale di fine 2011 rischiano di trovarsi nei prossimi mesi senza lavoro nè assegno pensionistico.
La Ragioneria generale dello Stato ha contestato per mancanza di copertura l’emendamento depositato sabato dai relatori alla Legge di stabilità, Renato Brunetta (Pdl) e Pierpaolo Baretta (Pd).
“Bisogna scrivere la norma in modo da circoscrivere la platea ed evitare che diventi un vaso di pandora”, ha detto il sottosegretario al Tesoro, Gianfranco Polillo, al termine di un incontro con il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, il sottosegretario al Welfare Michel Martone e i relatori tenutosi questa mattina alla Camera.
Brunetta e Baretta hanno presentato un emendamento che introduce un meccanismo di autofinanziamento, prevede cioè di finanziare gli interventi a favore degli esodati utilizzando le risorse già iscritte a bilancio per questo scopo ma non utilizzate.
A garantire la sostenibilità dell’intervento sarebbe dovuto essere il principio in base al quale un esodato è tale solo quando esaurisce lo scivolo ottenuto dall’azienda per licenziarsi.
La censura della Ragioneria deriva dal fatto che l’emendamento include nella categoria degli esodati i lavoratori licenziati entro il 31 dicembre 2011, “anche in conseguenza di fallimento o di altra procedura concorsuale” o “di cessazione dell’attività dell’impresa, purché privi di occupazione, che maturino il diritto alla pensione sulla base delle previgenti regole entro i successivi 24 mesi”.
Secondo i tecnici guidati da Mario Canzio, l’estensione della platea rende insufficiente la copertura finanziaria. asca