Terzi ha ricordato l’impegno italiano nel Paese mediorientale, che ad oggi supera i 3,3 miliardi di euro, di cui 475 milioni di euro in progetti a dono, 400 milioni in crediti di aiuto e 2,4 miliardi in remissione di debiti nel quadro del Club di Parigi.
18 ott – “L’Iraq rappresenta una grande opportunita’ per il mondo produttivo italiano”: e’ questo il messaggio che il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha lanciato in occasione della terza riunione della Commissione Mista Italia-Iraq, da lui presieduta alla Farnesina insieme al collega iracheno Hoshiyar Zerbari, alla presenza di rappresentanti istituzionali e di una trentina di imprese italiane, associazioni di categoria, banche e centri di ricerca.
Le relazioni economiche e commerciali tra i due Paesi “vivono da anni una stagione di sviluppo intenso”, ha proseguito il capo della diplomazia italiana, ricordando che l’Italia e’ “il primo partner economico europeo” di Baghdad. Le esportazioni italiane hanno registrato negli ultimi anni un trend in continua crescita, raggiungendo nel 2011 i 490 milioni di euro, con un aumento del 10% rispetto all’anno precedente.
Terzi ha quindi ricordato l’impegno italiano nel Paese mediorientale, che ad oggi supera i 3,3 miliardi di euro, di cui 475 milioni di euro in progetti a dono, 400 milioni in crediti di aiuto e 2,4 miliardi in remissione di debiti nel quadro del Club di Parigi.
E’ proprio nell’ottica di un sempre maggiore consolidamento delle relazioni economiche tra i due Paesi che in occasione della riunione della Commissione Mista sono stati siglati accordi bilaterali in materia di ingegneria aerospaziale, cultura archeologica, estensione del credito d’aiuto e promozione e protezione degli investimenti. A questo si aggiunge l’attivita’ portata avanti dalla rete diplomatica della Farnesina per rafforzare la struttura di concessione visti a Erbil e Bassora, zone strategiche di investimenti in Iraq.
“Con la loro presenza in Iraq le imprese italiane danno anche un importante contributo alla crescita, e’ il caso dell’Eni che da’ lavoro e tecnologia a migliaia di iracheni presso il giacimento di Zubair”, ha sottolineato Terzi, ribadendo che “la stabilita’ del Mediterraneo allargato non puo’ prescindere da un Iraq pienamente ricostruito”.
Per il titolare della Farnesina “la presenza di Eni puo’ inoltre esercitare un rilevante effetto di attrazione sulle scelte di investimento e di esportazione di tante altre imprese italiane”. agi