9 nov – Nei giorni scorsi una lettera appello dai toni molto preoccupati e’ stata inviata a Monti da Franco Siddi, segretario generale della Federazione nazionale della stampa, e da Mario Salani, presidente di Mediacoop.
Editoria, approvato dl: nuove regole sui contributi pubblici
Fondi pubblici Editoria, Fnsi: 63 milioni di euro sono pochi
”Se non si incrementa di almeno altri 70 milioni la dotazione del Fondo editoria per i contributi destinati alle cooperative di giornalisti, alle testate di idee, non profit e di partito – si legge nella missiva – si andra’ incontro al default di questa parte dell’informazione, che rappresenta una componente centrale del pluralismo del paese con una perdita di 4 mila posti di lavoro tra diretti e indiretti e l’entrata in crisi di una filiera produttiva che alimenta circa 500 mila copie giornaliere”.
Dopo aver sottolineato di valutare positivamente l’introduzione, ad opera del Decreto Peluffo approvato dalle Camere l’anno scorso, di criteri ancora piu’ stringenti per l’erogazione dei contributi, Siddi e Salani ricordano che l’attuale dotazione del Fondo editoria per i contributi diretti destinati alle cooperative di giornalisti, alle testate di idee, non profit e di partito ammonta a poco piu’ di 50 milioni. ”Ne occorrono almeno altri 70 – si legge nella lettera a Monti – che, comunque, non sarebbero in grado di recuperare i tagli sui contributi diretti che sono stati imposti in questi anni che hanno prosciugato il capitale sociale di molte cooperative o, peggio, le hanno obbligate a deliberare sottoscrizioni di nuovo capitale da parte di soci giornalisti che gia’ operano in stato di crisi aziendale, con retribuzioni falcidiate, o sono in cassa integrazione”.
In cinque anni si e’ passati da una disponibilita’ di 240 milioni ai 114 per il 2011. ”Senza queste risorse – aggiungono Siddi e Salani – non sara’ possibile dare operativita’ anche a quanto previsto dallo stesso Decreto Peluffo per il recupero e il riavvio di testate storiche e di valore gia’ entrate in crisi e in uscita dalle edicole, ma soprattutto sara’ inutile la Delega che il governo da Lei presieduto ha chiesto al Parlamento per la riforma del settore, perche’ non ci saranno piu’ testate sulle quali esercitarla”.
Da qui l’appello finale a Monti: ”Signor Presidente, conosciamo la sua sensibilita’ al tema del pluralismo e il suo interesse a che soggetti autonomi non condizionabili in alcun modo possano contribuire, senza sprechi o opacita’, al dibattito democratico del paese; per questo contiamo che il Suo interessamento possa evitare un esito infausto per questo settore dell’informazione”. agi