Crisi, Confindustria: ancora non c’e’ alcuna inversione di rotta

6 nov – ”Non si vedono segnali di inversione di rotta, ma solo di attenuazione della tendenza negativa”.

E’ quanto ha evidenziato il vice presidente di Confindustria, Aurelio Regina, nell’audizione al Senato sul decreto legge sviluppo. ”Questo quadro molto preoccupante si innesta su una tendenza di bassa crescita che data da molti anni”.

Regina ha sottolineato che ”le imprese hanno risposto ristrutturandosi e internazionalizzandosi, ma la profondita’ della crisi e i ritardi accumulati dall’Italia richiedono politiche industriali decise e coerenti, che le sostengano in questo processo e contribuiscano a rilanciare la competitivita”’. Il vice presidente di Confindustria afferma che il decreto sviluppo ”contiene misure utili per la crescita e il sostegno delle PMI”.

”I primi risultati di questa azione, e dell’impegno profuso dal Governo nel rappresentare i progressi compiuti dall’Italia, si sono visti con il recente rapporto Doing business della Banca Mondiale, dove l’Italia ha recuperato 14 posizioni, passando dall’87* al 73* posto dei Paesi dove e’ piu’ facile fare impresa. Ancora troppo indietro rispetto a molti dei suoi concorrenti, ma certo un segnale incoraggiante che fa ben sperare”. ”Pertanto, benche’ molte delle misure previste nel decreto non possano essere giudicate decisive rispetto all’obiettivo dichiarato – ha aggiunto – tuttavia rappresentano senza dubbio un passo avanti, se considerate nel quadro fin qui delineato. Passo avanti che, pero’, deve essere piu’ netto e coraggioso”.

Regina ribadisce le priorita’ gia’ indicate da Confindustria.

”Una di queste e’ il cuneo fiscale e contributivo, che ha raggiunto livelli non piu’ tollerabili e su cui e’ necessario incidere in modo significativo”.

”Un altro fattore centrale di competitivita’ e di crescita e’ dato dagli investimenti in infrastrutture.

Proprio per questo, riteniamo che il punto piu’ qualificante del decreto sia il riconoscimento di un credito d’imposta per la realizzazione di nuove opere pubbliche”. asca