L’Italia non è credibile. Il nostro popolo è sovrano? Manco per idea!

di Angela Piscitelli

30 ott – Il per­fido spread era in salita già dall’inizio d’ottobre. Ormai siamo vec­chi del mestiere: lo teniamo d’occhio come il cole­ste­rolo, non per­chè noi si fac­cia parte di quella folta schiera che gioca in borsa, ma solo per­chè, nuo­cendo gra­ve­mente alla salute della poli­tica, occorre badarci.

Tanto di cap­pello agli Ita­liani, che con­ti­nuano ad andare avanti ed a pro­durre nono­stante la poli­tica. In Fran­cia arri­vano già da un bel po’ certe pez­zone di peco­rino squi­sito che il paese dei 450 for­maggi si pre­ci­pita a con­su­mare con deli­zia. Sap­piamo fare un sacco di cose, noi, ma non se ne accorge nessuno.

Orbene, appare che una cosa sono gli Ita­liani, ed una cosa è lo Stato. Nel pre­ciso istante in cui ogni diritto diventa favore, lo stato si fa cana­glia. Nei paesi civili ci si rivolge alle isti­tu­zioni con fidu­cia, la ragione sociale dell’apparato è quella di rego­la­men­tare diritti e doveri fon­da­men­tali dei cit­ta­dini senza immi­schiarsi nelle fac­cende pri­vate e rap­pre­sen­tarli con auto­re­vo­lezza discreta. Gover­nare in demo­cra­zia vuol dire gestire una delega per favo­rire il benes­sere di una col­let­ti­vità, inco­rag­gian­done l’iniziativa e pre­ser­vando l’identità che è ele­mento fon­da­men­tale per aver voce e spes­sore in una realtà globale.

Il nostro popolo è sovrano? Manco per idea! Votiamo? Quelli che abbiamo scelto ven­gono tolti da mezzo e i pro­grammi strac­ciati. Il Pre­si­dente della Repub­blica lo eleg­gono i par­titi, in Europa ci hanno spe­diti d’ufficio, la magi­stra­tura è onni­po­tente, la buro­cra­zia è onni­po­tente. Le riforme? e dove sono? chi le fa? Vogliamo togliere di mezzo qual­cuno che non dige­riamo? Impos­si­bile: non lo votiamo, ma ce lo ritro­viamo lo stesso, sem­pre lì. Gior­na­li­smo, potere giu­di­zia­rio e potere legi­sla­tivo sono vasi comu­ni­canti dove cir­cola sem­pre lo stesso fetido liquido del potere: quello che logora chi non ce l’ha (leg­gasi il cittadino).

Il “lei non sa chi sono io” impera a tutti i livelli: dai capetti di par­tito ai fun­zio­nari delle Asl; fin­chè tutto si svol­geva “in fami­glia” tro­va­vamo il modo di arran­giarci. Abbiamo sem­pre pagato tutto, dal cer­ti­fi­cato di nascita (sba­gliato) al den­ti­sta e l’avvocato (senza rice­vuta e per­dendo denti e cause), dall’università pes­sima ed ideo­lo­giz­zata alla licenza edi­li­zia. Il ses­san­totto ci aveva affib­biato una classe diri­gente di anal­fa­beti, sop­pe­ri­vamo alla meglio.

Certo che abbiamo sem­pre evaso. Se i ser­vizi dob­biamo pagarli, se ci dob­biamo sob­bar­care ogni volta il rega­lino per risol­vere il pro­ble­mino, se vai in un uffi­cio qua­lun­que, ti trat­tano una pezza e poi devi pren­dere i tran­quil­lanti che costano, i soldi non bastano. Ma ora l’affare si è com­pli­cato. Alla pic­cola estor­sione quo­ti­diana si è sosti­tuita la grande estor­sione della finanza: il debito pub­blico, che è sem­pre ser­vito a pagare la buro­cra­zia ele­fante ed i suoi fami­gli, non è più nelle nostre mani come al tempo dei nostri nonni. E’ di tutti tranne che nostro. Ed ecco che ci hanno com­mis­sa­riati per spre­merci meglio. E natu­ral­mente gli oli­gar­chi ele­fanti hanno tutto l’interesse a che il com­mis­sa­ria­mento sia sine die: in tal modo le nostre esi­gue risorse ser­vi­ranno a pagare i loro pri­vi­legi a vita. Mario Monti, fosse stato pure San Fran­ce­sco, come faceva a fare le riforme essendo ostag­gio della par­ti­to­cra­zia? Lui può fare solo ciò che gli è con­cesso: spremerci.

In tale siua­zione, l’Italia non è cre­di­bile. Se la finanza è “opi­nione” e se l’opinione si è for­mata all’estero sulla base dei deni­gra­tori anti­i­ta­liani, se nes­suno ha inte­resse a che ci dotiamo final­mente di isti­tu­zioni degne di tal nome, se con­ti­nua la sospen­sione della demo­cra­zia per la dit­ta­tura dei giu­dici, se infine i soliti noti con­ti­nuano a fare il loro comodo e se si con­ti­nua con la totale assenza di pro­grammi inno­va­tivi e corag­giosi, la cre­di­bi­lità è un mirag­gio. Non è l’Europa che ci rende schiavi, è il nostro stra­ma­le­detto, cri­mi­nale immo­bi­li­smo. E’ vero: c’è una metà di Ita­liani che vive di sot­to­bo­sco poli­tico: ma l’altra metà? Che aspetta a svegliarsi?

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