Parma, 28 ott. – Ricercatori dell’Universita’ di Parma hanno messo a punto un nuovo sistema diagnostico che permette di individuare una diversa forma di malaria. Lo studio, pubblicato sulla rivista ‘Plos One’, ha permesso lo sviluppo del primo sistema diagnostico basato sulla Real-time Polymerase Chain Reaction (Real-time PCR) per la ricerca del DNA della nuova specie Plasmodium ovale wallikeri, responsabile di malaria nell uomo. Questa nuova specie di plasmodio patogena e causa di malaria cronica e’ stata scoperta grazie al contributo delle ricerche condotte presso lo stesso laboratorio sul Dna di plasmodi identificati nel sangue di malti di malaria.
L’importante studio e’ stato realizzato da Adriana Calderaro in collaborazione con Cristina Medici e Carlo Chezzi, con Giovanna Piccolo, Chiara Gorrini, Sara Montecchini e Sabina Rossi del dipartimento di Medicina clinica e sperimentale e con Georges Snounou dell Universita’ Pierre et Marie Curie di Parigi. Una diagnosi tempestiva e accurata e’ indispensabile per instaurare una terapia mirata, con conseguente riduzione di mortalita’, di insorgenza di complicanze e dei costi sanitari correlati.
Nel laboratorio di Parassitologia di Parma, facente parte di un gruppo collaborativo dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’ per la diagnosi di malaria, sono stati messi a punto in questi anni diversi saggi molecolari basati sulla PCR per la ricerca del DNA dei plasmodi, da affiancare all’esame microscopico di campioni di sangue, tuttora metodo di riferimento per la diagnosi di laboratorio di malaria, ma poco sensibile e poco specifico. Grazie a questi saggi innovativi in continua evoluzione e’ stata evidenziata una maggiore prevalenza di malaria da importazione nella nostra citta’, sottostimata mediante il solo esame microscopico.
La ricerca sulla malaria ha contribuito in questi anni a chiarire l’esistenza di due varianti genetiche nell’ambito della specie P. ovale: la gia’ nota P. ovale curtisi e la nuova P. ovale wallikeri. In particolare il nuovo saggio basato sulla Real-time PCR (Reazione Polimerasica a Catena in Tempo Reale), sviluppato nello studio pubblicato sul PLOS ONE, ha permesso di diagnosticare rapidamente (entro 3 ore) casi di malaria sostenuti dalla nuova specie P. ovale wallikeri (circolante in Africa) altrimenti non evidenziati, consentendo cosi’ la somministrazione ai pazienti di una terapia tempestiva, mirata ed eradicante.
Lo studio e’ stato realizzato nell’ambito del progetto di ricerca Metodi molecolari innovativi per la diagnosi di malaria finanziato dalla Fondazione Cariparma. agi