27 ott – Anche dal palco della “sua” Firenze, Matteo Renzi si è lungamente scagliato contro la dirigenza del Partito Democratico per le regole sulle primarie del centrosinistra. Il sindaco ieri sera ha tracciato un parallelo tra la “necessità” di liberare l’Italia dalla burocrazia e la formulazione delle regole delle primarie. “Se per la politica ci vuole un camper, per la burocrazia, ci vorrebbe una ruspa”, ha premesso Renzi, che vuole “un Paese nel quale la pubblica amministrazione ti mandi a casa la dichiarazione dei redditi precompilata in posta elettronica. Vorrei un Paese nel quale la liberazione dalla carta ci faccia passare dalla logica del timbro a quella del click”.
A maggior ragione, ritiene Renzi, è ancora più inaccettabile che “si accetta la preregistrazione on line, però a quel punto bisogna scaricare un modulo e andare a farselo vidimare in un altro posto“. E diventa sempre più sarcastico: “per poi andare in un seggio, in un altro posto, portando l’esame del sangue fatto in una Asl ancora diversa, con il codice fiscale del cognato sennò non vale”.
Perciò, inveisce Renzi: “ragazzi: come si fa a dire che noi semplificheremo la burocrazia se si fa il gioco dell’oca per andare a votare?”
E un’ultima esagerazione: “la prossima regola sarò che possono vincere solo i candidati che abbiano un cognome di sette lettere, son tanti sicché va bene. C’è anche Vendola, eh? Tabacci. Anche la Puppato, perfetto. Bersani, è chiaro.” tmnews