Tumori: oncologo Tirelli, dati su Ilva e Taranto lasciano perplessi

23 ott – ”I dati su Ilva e Taranto che circolano in questi giorni sulla stampa lasciano perplessi sulla metodologia impiegata e sul significato dei risultati ottenuti”. Lo dichiara Umberto Tirelli, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano, secondo il quale, ”la cosa piu’ eclatante e’ che i tumori che sono maggiormente aumentati sono quelli associati all’asbesto che molto probabilmente sono a carico dei lavoratori dei cantieri navali di Taranto e non di quelli dell’Ilva (da notare che nel report manca il luogo di lavoro di coloro che hanno sviluppato questi tumori, oltre che la storia di fumo e di altri fattori predisponenti i tumori).

Inoltre – sottolinea Tirelli – questi dati prima di essere dati in pasto all’opinione pubblica non sono stati sottoposti a ‘peer review’ cioe’ alla pubblicazione in una rivista internazionale come avrebbe dovuto essere, data l’importanza dei dati riportati.

In particolare, nei metodi dello studio, i dati di mortalita’ fotografano il passato e ci dicono come le esposizioni di 20-40 anni fa possono aver modificato lo stato di salute delle popolazioni di oggi non avendo quindi valore alcuno per il presente riguardo alle malattie cronico-degenerative”.

”Va detto inoltre – aggiunge Diego Serraino, Direttore Epidemiologia e Biostatistica dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano, – che l’uso degli intervalli di confidenza al 90% anziche’ al 95%, come si fa in genere negli studi epidemiologici, rende i risultati suscettibili di ampi spazi di incertezza lasciando aperti molti piu’ dubbi”.

E ancora: ”guardando le decine di tabelle di questo report – rileva Tirelli – si possono leggere molte presunte associazioni ma nessun nesso di causalita’. Ad esempio da una tabella si evince che la mortalita’ per malattie dell’apparato genitourinario a Taranto sembra diminuita o uguale al resto della Puglia e, soprattutto, si rileva che le morti per malattie dell’apparato respiratorio (le prime ad apparire in caso di inquinamento ambientale dell’aria) hanno la stessa frequenza che nel resto della Puglia. Cosi’ le morti per malattie dell’apparato cardiocircolatorio.

Altri dati citati dai giornali ma per i quali l’interpretazione deve essere fatta con cautela: la mortalita’ per tumori della pleura non puo’ che essere attribuita ad esposizioni occupazionali ad asbesto; l’aumento di mortalita’ per malattie infettive o demenza non puo’ sicuramente essere attribuita a inquinamento ambientale, cosi’ come la diminuzione della mortalita’ per linfoma di Hodgkin non puo’ essere ovviamente ascritta ad un effetto protettivo dell’inquinamento ambientale”. asca