PALERMO, 23 Ott – L’INAIL, ha bandito una gara per rinnovare la propria piattaforma web. E’ la prima gara dell’Istituto indetta tramite la Consip s.p.a. “nell’ambito della convenzione firmata lo scorso 13 luglio, che disciplina il supporto di Consip per l’acquisto di beni e servizi dell’Istituto e si inserisce compiutamente nell’ambito delle più moderne ed efficienti strategie di razionalizzazione e contenimento della spesa, di cui ai recenti provvedimenti sulla spending review”, si legge nel comunicato stampa del 2 agosto 2012. “Belle parole e bellissimi intenti per il miglioramento della cosa pubblica. Peccato però che l’importo previsto a base di gara per l’appalto sia apparso stratosferico, secondo alcuni ben 10 volte superiore al necessario, ovvero 25 milioni di euro di cui 5 per servizi redazionali!”- ha riferito Enrico Bettini, presidente nazionale degli ingegneri dell’informazione di A3I. E questo evoca il clamoroso caso del sito italia.it ( http://bit.ly/QsFzXe) costato 45 milioni di euro e chiuso dopo pochi giorni, oppure quello del Comune di Roma per l’Expo di Shangai, un sito costruito con un CMS ( alias software preconfezionato ) e costato un milione e quattrocentomila euro (http://bit.ly/g0499t) per un evento di soli 4 giorni. Sulla questione INAIL alcuni eletti dell’Italia dei Valori hanno presentato un’interrogazione che, per bocca dell’on. Antonio Borghesi, mercoledì scorso è stata esposta in aula al Ministro del Lavoro Fornero per chiedere, in via cautelativa, la sospensione della procedura in quanto mancano, o non si conoscono, studi di fattibilità dell’INAIL. Il Ministro Fornero ha risposto mettendo in evidenza la complessità dell’operazione che dovrà inglobare la piattaforma internet di altri enti, e sottolineando che, nel periodo 2009-13, per servizi analoghi si spenderanno circa 33 milioni di euro e che quindi i 25 della base d’asta implicano il risparmio di alcuni milioni. Da queste parole l’impressione che se ne ricava è che la base d’asta sia stata determinata non dalla stima del costo effettivo, ma dal costo del suo utilizzo o da quello che la sua adozione farebbe risparmiare, secondo le riflessioni di Bettini. “Se fosse così sarebbe gravissimo! Non è stato infatti citato documento di stima che giustificasse tale cifra. E’ da biasimare inoltre il fatto che l’appalto sia stato classificato come fornitura di beni e servizi, al pari della carta igienica o del toner per la stampante, e non come lavoro pubblico, e quindi soggetto ad una normativa più stringente che prevede la prassi ingegneristica classica: progettazione, direzione lavori, collaudo, nonché la nomina di professionisti abilitati a capo e con la responsabilità di ognuna di queste fasi. E in Sicilia vi è un altro caso del genere e, mentre si sprecano anche qui soldi, siamo all’emergenza sociale. Gaspare Sturzo, candidato alle ormai prossime elezioni regionali, dalla lista Sturzo Presidente, che raccoglie più sigle e associazioni, tra cui ILeF con nuovi volti prestati alla politica e non riciclati, intanto ha espresso solidarietà e vicinanza agli operai della Gesip, che stanno protestando a Palermo per la loro drammatica situazione lavorativa. “È l’ennesimo segnale della tensione sociale, che sta scoppiando con drammatico effetto domino in diverse città della Sicilia, come a Messina, dove le società partecipate sono in ginocchio, mentre i dipendenti comunali sono senza stipendio da qualche mese. Ormai, quella del lavoro è un’emergenza che va affrontata con l’impegno di tutti, senza i soliti provvedimenti assistenzialistici, ma con urgenti interventi strutturali per evitare che le tensioni emergenti sfocino in forme ben più gravi”. Ma tornando nello specifico all’ICT e alla sua cattiva gestione da parte degli amministratori pubblici, siano essi governatori regionali o ministri, con spreco di denaro pubblico, bisogna ricordare il costo record e lo scandalo per la Regione Siciliana. Alla società satellite dell’amministrazione siciliana sono stati assegnati in tutto 27 milioni di fondi europei per progetti informatici, per l’amministrazione pubblica. Spesa prevista, 12 milioni di euro. E poco importa se la Regione ha già un software per il protocollo informatico e che altre regioni, come la Campania o il Piemonte, per lo stesso scopo hanno speso da 1 a 3,2 milioni di euro. Un fiume di denaro quindi da Palazzo d’Orleans va verso la controllata Sicilia e-Servizi. Cifre da capogiro, se confrontate ai prezzi di mercato, considerando che ormai la gran parte dei sistemi software è open source, cioè gratuita. Gli ultimi decreti del 2010 firmati dal ragioniere generale Enzo Emanuele hanno sbloccato ben 27 milioni di euro di fondi europei per progetti informatici da affidare direttamente, senza alcun bando, alla controllata Sicilia e-Servizi. In una nota stampa, però l’amministrazione guidata da Raffaele Lombardo, che ora candida suo figlio alle elezioni regionali, precisò che “nessuna informazione è dovuta da parte dell’organo tecnico a quello politico in virtù delle prerogative connesse alla separazione dei poteri di gestione, che competono al burocrate, e di indirizzo politico amministrativo, che competono all’assessore”. Sembra una sorta di scaricabarile: lo spreco di risorse è da imputare semmai al dirigente generale di settore, che dovrà relazionare alla giunta, “dandone pubblica comunicazione, affinché si possano avere i necessari approfondimenti tecnico-economici. Si fa presente che Sicilia e-Servizi è una società a partecipazione regionale con partner privato scelto con procedura di evidenza pubblica”, concludeva il comunicato stampa. Siamo quindi di fronte all’ennesimo caso che ci ricorda, e ci dimostra, quanto sia ormai oltremodo necessario ed urgente regolamentare tutta la materia che riguarda il mondo ICT. Imponendo riserve e procedure obbligatorie che evitino alla Pubblica Amministrazione sprechi assurdi di denaro e spiacevoli sorprese ai danni dei soliti noti, ovvero i cittadini italiani. “A3I, l’Associazione Italiana Ingegneri dell’Informazione, sostiene da anni questa tesi ed il CNI (Consiglio Nazionale Ingegneri), sia per bocca del Presidente Ing. Zambrano, sia per quella del Delegato all’Ingegneria dell’Informazione, l’Ing. Valsecchi, l’hanno fatta propria: si tratta quindi di passare dalle parole ai fatti!”– ha concluso Enrico Bettini.
Vito Piepoli