“Allora, bisognerebbe evacuare l’intera popolazione ad ogni scossa?”

23 ott – ”E’ la morte del servizio prestato dai professori e dai professionisti allo Stato”: e’ deciso e senza mezzi termini il commento alla sentenza del processo dell’Aquila da parte del fisico Luciano Maiani, attuale presidente della commissione Grandi rischi. “Non è possibile fornire allo Stato una consulenza in termini sereni, professionali e disinteressati sotto questa folle pressione giudiziaria e mediatica. Questo non accade in nessun altro Paese al mondo”, aggiunge Maiani, il quale ora aspetta le motivazioni della sentenza.

Se la sentenza del giudice del tribunale dell’Aquila, che ha condannato a 6 anni di reclusione i membri della Commissione Grandi rischi che parteciparono alla riunione del 31 marzo 2009 sugli eventi sismici all’Aquila, “dovesse riguardare la mancata previsione del sisma, ciò significherebbe mettere sotto accusa l’intera comunità scientifica che, ad oggi, in Italia e nel mondo, non ha i mezzi per poter prevedere i terremoti“, afferma il presidente del Consiglio dei geologi, Gianvito Graziano. “Tuttavia – precisa Graziano – penso che l’accusa non vertesse sulla mancata previsione del terremoto, bensì su un comportamento omissivo della commissione rispetto ad una situazione di rischio, sottolineando comportamenti non diligenti. Se di ciò si tratta – conclude il presidente dei geologi – è necessario leggere attentamente la sentenza per capire in cosa, esattamente, i membri della Commissione Grandi rischi abbiano peccato”.

“Una condanna durissima, e ciò che preoccupa sono le conseguenze che tale pronunciamento potrà avere: non vorrei passasse il messaggio che i terremoti si possono prevedere, perché ciò è impossibile. In linea di principio, allora, bisognerebbe evacuare l’intera popolazione ad ogni scossa?“. Così il direttore dell’Istituto di geoingegneria del Cnr, Paolo Messina, commenta la condanna dei membri della Commissione Grandi Rischi da parte del giudice del Tribunale dell’Aquila. ansa