Ancora uno stupro, rabbia a Okinawa contro forze Usa

20 ott – La guerra non è mai finita a Okinawa. La presenza massiccia di militari statunitensi nella principale delle isole Ryukyu, restituita alla sovranità giapponese solo nel 1972, provoca disagi, tensioni, problemi. In particolare, a far salire la pressione sono i periodici stupri di cui i militari Usa si sono macchiati nei decenni. L’ultimo, avvenuto martedì, ha portato all’arresto di due marinai 23enni ed è destinato a rendere ulteriormente complessa la forzata convivenza.

“Tengo a scusarmi personalmente per il dolore e il trauma che la vittima ha subito e per l’offesa al popolo di Okinawa”, ha detto il generale Sam Angelella, comandante delle forze statunitensi in Giappone, in un comunicato a commento della violenza subita da una ragazza giapponese, che è stata anche ferita al collo dai due militari.

Angelella ha ordinato anche un “coprifuoco immediato” al personale militare in Giappone, vietando ai soldati a stelle e strisce di circolare all’esterno delle basi tra le 23 e le 5 del mattino. Lo stesso ordine vale per i militari in missione che dovessero trovarsi in altri alloggi o in albergo. Un atteggiamento di responsabilità, questo, che tuttavia non ha sempre accompagnato le forze americane nella loro storia nell’Arcipelago nel dopoguerra. Così anche la collaborazione piena alle indagini, promessa dall’ambasciatore Usa a Tokyo John Roos. tmnews