ROMA, 18 Ott – Quanto state per leggere non è frutto della mia mente, ma soltanto della volontà di ricerca di quelle notizie che possano andare a beneficio di tutti, in particolare dei lettori di queste righe. Ho “saccheggiato”, per me e per i lettori, quanto scritto da un noto giornalista americano: Steven Kotler (Corsera).
Oggi le tecnologie dell’informazione registrano curve di crescita esponenziali, tanto che a parità di prezzo raddoppiano in potenza ogni 12 -24 mesi. Ciò spiega perchè un supercomputer da 8 milioni di dollari di vent’anni fa oggi stia comodamente nelle nostre tasche al modico prezzo di 200 dollari o anche meno.
Lo stesso velocissimo cambiamento investe le reti, i sensori, il “cloud computing” , la stampa in 3d, la genetica, l’intelligenza artificiale, la robotica e decine di altre industrie.
Le biotecnologie hanno compiuto progressi tali che un laboratorio di punta , completo di sistemi automatizzati -appena dieci anni fa sarebbe costato milioni – oggi può essere messo in piedi con meno di 10.000 dollari.
La seconda forza è l’innovazione fai da te. Questa rivoluzione è stata in gestazione per cinquant’anni, ma è solo di recente che ha cominciato a decollare veramente. I ricercatori appassionati del fai da te, che si danno da fare nei laboratori di casa, sono passati dalle automobili truccate e dai computer assemblati artigianalmente a campi un tempo esoterici, come le neuroscienze, la biologia, la genetica e la robotica.
E oggi queste piccole squadre di scienziati appassionati possono riuscire dove un tempo arrivavano solo le grandi industrie e i governi: i giganti del settore aerospaziale non ci avrebbero scommesso un centesimo, ma Burt Rutan (l’ingegnere americano che ha progettato decine di velivoli geniali) è riuscito ad andare nello spazio, mentre Craig Venter ha sfidato il governo americano nella corsa alla mappatura del genoma umano. E questi sono solo esempi di “scienza fatta in casa”: al momento, studenti di liceo e università stanno usando gli strumenti della biologia sintetica per completare progetti che competono con quelli delle maggiori case biofarmaceutiche.
Quel che più conta, tuttavia, e che dal momento che le maggiori opportunità di guadagno stanno nella soluzione delle grandi sfide globali, i ricercatori fai da te si stanno rivolgendo in quella direzione.
La terza forza sono i soldi -tanti soldi- spesi per un obiettivo specifico. La rivoluzione high tech ha creato una nuova generazione di “tecnofilantropi” che stanno usando i loro patrimoni per risolvere sfide globali e promuovere il benessere collettivo. Bill Gates scelse di impegnarsi sul terreno della lotta alla malaria; Naveen Jain sta combattendo una crociata contro la povertà in India; Pierre e Pam Omidyar si concentrano sulla diffusione dell’elettricità nel mondo in via di sviluppo. E la lista potrebbe continuare. Nell’insieme, una tecno- filantropia senza precedenti nella Storia.
A differenza dei filantropi di ieri, quelli odierni adottano un approccio molto più attivo. Le vecchia filosofia era quella dello “stacco un assegno e sono a posto”, mentre oggi i soldi sono solo il primo passo.
I tecnofilantropi dei nostri tempi non si limitano a fornire capitali finanziari, apportano anche capitale umano: ”Reti di conoscenze, contatti e la capacità di organizzare incontri ad alto livello”, spiega Paul Shoemaker, direttore di Social Ventures Partners Seattle: “Quando Gates decise di battersi per i vaccini, costruì una squadra e la fece incontrare con i leader del mondo e con i vertici dell’Organizzazione mondiale della sanità. La maggior parte delle organizzazioni non ha accesso a quelle stanze, ma Gates sì, e ciò ha fatto una differenza enorme”.
Infine i più poveri tra i poveri, il cosiddetto “miliardo degli ultimi”, sono la quarta forza.
Stanno finalmente entrando nell’economia globale e si candidano a diventare il miliardo emergente. La creazione di una rete mondiale di trasporti è stato il punto d’avvio di questo processo , ma è la combinazione di Internet, microfinanza e tecnologie di comunicazione wireless che sta facendo la differenza. Nel prossimo decennio, per la prima volta nella Storia, tre miliardi di nuove voci si aggiungeranno alla conversazione globale. Che cosa vorrà questa gente? Che cosa creerà? Non foss’altro che per la legge dei grandi numeri e per le sue immense potenzialità, il miliardo emergente si colloca sullo stesso piano del progresso tecnologico esponenziale, degli innovatori fai da te e della tecnofilantropia come potente spinta alla creazione dell’abbondanza.
Come potete vedere, accanto a un mondo che si contorce in una crisi senza fine alle viste, c’è un mondo pieno di realtà acquisite e di grandi speranze.
A questa parte del mondo dobbiamo guardare per il futuro dei nostri figli e nipoti.
“Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”.
guglielmo donnini