15 ott – Sbarcato a Genova di ritorno dalla sua Tunisia dove si era rifugiato in seguito alla denuncia della moglie per le continue violenza subite, un tunisino di circa 40 anni ha trovato ieri pomeriggio ad aspettarlo la Polizia di Frontiera di Genova, che allertata dai Carabinieri di Piacenza gli ha notificato la misura del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla moglie e dai 4 figli della coppia. Qualora il quarantenne avvicinasse la sua famiglia, per lui scatterebbe automaticamente l’arresto.
Una lunga storia di maltrattamenti e di violenze fisiche e psicologiche, emersa dopo 13 anni solo pochi mesi fa, quando una 32enne tunisina esasperata dai continui soprusi messi in atto dal marito, un connazionale di 39 anni, ha trovato il coraggio di denunciare tutto ai carabinieri di Piacenza.
L’ultimo episodio risale a nel giugno scorso, quando la donna era stata percossa dal marito con un narghilè, perché l’uomo non voleva che conoscesse altre persone e si integrasse nella comunità italiana. Un episodio che si è rivelato solamente l’ultimo di una lunga serie. Continue botte, rapporti sessuali contro la sua volontà: più volte la donna era stata costretta a ricorrere alle cure del pronto soccorso; ai sanitari però aveva sempre raccontato di essersi ferita accidentalmente.
L’uomo, denunciato per maltrattamenti in famiglia, percosse, lesioni personali, violenza privata e violenza sessuale, era rientrato nel suo paese d’orgine, per poi fare ritorno in Italia in nave ieri pomeriggio. Le forze dell’ordine avevano però monitorato i suoi movimenti anche grazie alle informazioni raccolte nella comunità tunisina in città. .piacenzasera.it