13 ott – L’effetto composto della riduzione dell’Irpef, dell’aumento dell’Iva, dell’introduzione della franchigia e del conseguente taglio delle deduzioni e detrazioni fiscali costerà alle famiglie italiane 2,5 miliardi di euro. Questa è la stima fatta dalla Cgia di Mestre sulle indiscrezioni circolate in questi giorni attorno ai contenuti della Legge di Stabilità.
Secondo i dati dell’associazione artigiani di Mestre, nel 2014, quando entrerà in vigore per tutti i 12 mesi dell’anno l’aumento di un punto delle aliquote Iva del 10 e del 21%, a fronte di una diminuzione del carico fiscale sui redditi pari a 5 miliardi di euro, le famiglie si troveranno un aumento dell’Iva di 6,5 miliardi di euro e un taglio delle agevolazioni fiscali pari a 1 miliardo di euro. Pertanto, nel “dare/avere” con il fisco, lo “sbilancio” sarà di 2,5 miliardi di euro, pari ad un incremento medio annuo per famiglia di circa 100 euro.
“Più disoccupati, meno consumi: rischio depressione senza precedenti”
“Se teniamo conto che dall’inizio della crisi i senza lavoro sono aumentati di oltre un milione e 200mila persone – riprende Bortolussi -, i consumi reali delle famiglie sono scesi del 4,5%, i prezzi e le tariffe sono in costante crescita, con questa ulteriore stangata difficilmente il Paese reale riuscirà a trovare le risorse per rilanciare la domanda interna e quindi l’economia del Paese. Una situazione che rischia di avvitarsi su se stessa e farci sprofondare in una depressione senza precedenti”.
“Se la situazione precipiterà nel 2014, nel 2013 il combinato disposto delle misure messe in campo dal governo Monti – osserva ancora il numeoro uno della Cgia – darà un leggero vantaggio alle famiglie: il saldo sarà negativo e pari a 800 milioni di euro”. Questa situazione, ricorda ancora la Cgia, “si determinerà grazie al fatto che l’aumento dell’Iva partirà dal primo luglio 2013”.
Per Bortolussi le tipologie familiari più penalizzate da questa manovra correttiva saranno “innanzitutto gli 8 milioni circa di incapienti che, rientrando nella area di esenzione fiscale, non godranno dei vantaggi economici legati alla riduzione dell’Irpef e, in secondo luogo, i nuclei familiari con redditi superiori ai 50/60mila euro”. tgcom24