Scendiamo in piazza contro la corruzione del governo Monti !

7 ott –  – Il governo Monti ha varato due giorni fa un decreto legge che impone il pareggio di bilancio anche agli enti locali e minaccia riduzioni fino all’80% dei fondi se le Regioni non si adegueranno ai tagli previsti. Il patto fiscale imposto dalla BCE e dall’Unione Europea a livello nazionale, con l’articolo 81 della Costituzione, verrà imposto ora anche a Comuni e regioni.

Tutto questo, col pretesto della lotta alla corruzione e “per cancellare aspetti dell’Italia che preferiremmo non vedere in futuro” come ha sentenziato Monti. Così, per combattere la corruzione a livello locale, Monti ha deciso di punire i cittadini italiani, privandoli dei fondi necessari per la sanità, l’istruzione, l’ordine pubblico, i trasporti. Quindi il povero diavolo che doveva aspettare 6 mesi per una terapia medica, ora dovrà aspettarne 12, oppure essere costretto a pagare privatamente e, se non può, a rinunciare alle cure.

Con arroganza inaudita Monti, in combutta con Draghi e la BCE, continua a imporre misure di austerità draconiane ai cittadini italiani e contemporaneamente a regalare miliardi agli speculatori che hanno provocato la crisi, come Goldman Sachs, JP Morgan ed altre banche d’affari. L’obiettivo del suo decreto contro la “corruzione” è duplice: da una parte ridurre drasticamente i fondi agli enti locali, col pretesto della corruzione dei consigli regionali, imponendo misure altrimenti inaccettabili, le stesse imposte dalla Troika a Grecia, Spagna e Portogallo. Il secondo obiettivo, ancor più grave, è quello di delegittimare la politica, gettando le basi per una dittatura permanente delle banche. Siamo già nella situazione, incostituzionale, in cui i governi non vengono decisi dagli elettori, ma dalla BCE, o alle cene con il megaspeculatore George Soros a New York o al Council on Foreign Relations. Con questo decreto Monti crea automatismi che renderanno impossibile qualunque protesta da parte dei cittadini o dei partiti, che in effetti già ora non si oppongono, anzi, invocano un “Monti bis”.

E mentre in Spagna, Portogallo e Grecia la popolazione scende in piazza contro queste misure di austerità, che oltre ad essere ingiuste non servono a nulla, in Italia protestano soltanto gli operai dell’Ilva, giustamente adirati perché la politica industriale nel nostro paese viene decisa dalle Procure (che decretano la deindustrializzazione). Sembra che gli italiani soffrano tutti della sindrome di Stoccolma e si identifichino col proprio torturatore, forse nella vana speranza che la sua presenza rassicuri i “mercati”, gli stessi mercati che hanno provocato la crisi con le loro speculazioni sui titoli di stato, e che l’Italia venga premiata come “la prima della classe”.

I mercati non vanno rassicurati, vanno messi sul banco degli imputati come fecero Roosevelt e il Procuratore Pecora nel 1933! Le cifre scandalose spese da Fiorito per le jeep e le cene non sono nulla paragonate alle migliaia di miliardi, ai trilioni di soldi dei contribuenti bruciati dal 2008 ad oggi dalla BCE e dalla Federal Reserve per salvare le banche d’affari che rischiavano di chiudere a causa della loro esposizione in derivati, CDS ed altri strumenti speculativi, tra cui le vendite allo scoperto di titoli di stato (italiani, greci, portoghesi, spagnoli, più il paese è in crisi e più questi criminali ci guadagnano).

L’unica misura anti-corruzione che promuoverebbe davvero la crescita è il ripristino della legge Glass-Steagall, la separazione tra banche commerciali e banche d’affari che garantirebbe credito alle imprese e al lavoro invece che agli speculatori. A due domande esplicite sulla separazione bancaria, Monti e Grilli hanno risposto entrambi che non è prevista da questo governo. E non sorprende: Monti proviene dalla Goldman Sachs, la stessa banca d’affari che ha provocato la crisi greca, e che è sotto inchiesta per frode a New York. A quando un decreto contro la corruzione della Goldman Sachs? E quando si decideranno gli italiani a scendere in piazza contro questo governo corrotto?

di Liliana Gorini,
Presidente del Movimento Solidarietà — 6 ottobre 2012 (MoviSol)