4 ott – In una città italiana (e non in Messico o in Colombia) un fortino sorvegliato da persone armate dove spacciare a cielo aperto con il contributo determinante di 19 donne che non esitavano a nascondere la droga nei passeggini dei propri figli. Una nuova Scampia, insomma.
A metterlo in piedi è stato un gruppo di rom a Catanzaro, approfittando di 25 villette a schiera assegnate loro anni fa nell’ambito di un progetto di integrazione. Avevano trasformato quel pezzo del territorio del quartiere Germaneto (a un chilometro dal centro città) in un outlet di cocaina ed eroina per tossicodipendenti provenienti da tutta la Calabria.
A mettere fine a questo supermercato della droga sono stati gli agenti della squadra mobile che, con l’ausilio di altri reparti della polizia, hanno messo in campo 250 uomini per cinturare la zona e fare irruzione nelle villette per arrestare 31 persone (una è irreperibile) accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio, e notificare ad altre 16 un provvedimento di divieto di dimora nelle province di Crotone e Catanzaro.
Una situazione intollerabile, quella che si era venuta a creare, con un territorio al di fuori del controllo dello Stato. “C’era una parte del territorio – ha detto il questore Guido Marino – che era in mano a questi signori. La bonifica del territorio o la si fa così, come abbiamo fatto noi, o non si fa niente. L’auspicio è che la risposta repressiva non sia l’unica. Ci vuole altro ma chi deve lo deve fare lo faccia”.
L’indagine, coordinata dalla Dda di Catanzaro, si è avvalsa di sole due telecamere piazzate in punti strategici per riprendere la strada di accesso al fortino. E quello che è venuto fuori è stato sconvolgente. Gente armata a vigilare l’ingresso, con la pistola mostrata ai clienti per fare capire la determinazione del gruppo, e, talvolta, anche la coda di auto per accedere. In questi casi la banda regolava l’accesso grazie ad una sbarra azionata manualmente dopo un’accurata ispezione delle auto in entrata.
Gli uomini della mobile diretti da Rodolfo Ruperti hanno contato sino a 100-150 ingressi al giorno per un giro vorticoso di denaro, visto che ogni grammo viene venduto a circa 100 euro. Per dare un nome ai volti ripresi, gli investigatori hanno sentito più di cento tossicodipendenti, oltre a compiere un minuzioso lavoro di identificazione. L’organizzazione, secondo gli inquirenti, è anche vicina alla ‘ndrangheta. Indagini precedenti, infatti, hanno accertato che le bande costituite dai rom si riforniscono di droga da cosche del reggino e del crotonese grazie alla loro forte disponibilita’ di denaro con gli consente di pagare in contanti. Complessivamente, nel corso delle indagini, gli agenti hanno sequestrato mille grammi di cocaina, 400 grammi di eroina, due pistole, un fucile ed un fucile mitragliatore Ak-47 Kalashnikov.
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