Corte dei Conti: ”Austerità e aumento delle tasse sono cura costosa e inefficace”

2 ott – La somministrazione di ”dosi crescenti di austerità” e l’aumento della pressione fiscale sono una ”terapia molto costosa e, in parte, inefficace”. E’ quanto afferma il presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino, in audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla nota di aggiornamento del Def.

Secondo la magistratura contabile ”si è di fronte a evoluzioni contraddittorie: si realizzano risultati importanti nel controllo della finanza pubblica, ma i mercati li riconoscono solo in parte. Si continuano a inasprire le manovre correttive, ma l’economia reale non riesce più a sopportarne il peso”.

La somministrazione di ”dosi crescenti di austerità e rigore” in assenza di una ”rete protettiva di coordinamento e di solidarietà e soprattutto se incentrata sull’aumento del prelievo fiscale, si rileva una terapia molto costosa e, in parte, inefficace” osserva Giampaolino. Una cura che ”non offre neppure certezze circa il definitivo allentamento delle tensioni finanziarie”. Si tratta di una spirale negativa che ”è ben evidenziata dall’esame della situazione italiana”, aggiunge la Corte dei conti.

”Ancorché obbligato, il pareggio di bilancio conseguito con queste modalità appariva alla Corte in equilibrio precario” dice Giampaolino. ”Con un alto livello di entrate e di spese pubbliche, oltre che con un’inflazione in rapida risalita, la compressione del reddito disponibile di famiglie e imprese non può, infatti, non generare una caduta dei consumi e degli investimenti’‘.

Per il 2012 la flessione del Pil è stimata al 2,4%; ”ma sorprende, soprattutto, la diminuzione dell’1% del prodotto anche in termini nominali”, dice Giampaolino. ”Un risultato eccezionalmente negativo che, storicamente, si era verificato solo nel 2009, l’anno centrale della ‘grande recessione”’. adnk