ROMA, 01 OTT – Coloro che ci vogliono poveri e inginocchiati, stanno anche facendo strame di un termine come populismo.
In effetti, per costoro, è una parola da combattere: basti vedere quanto succede in America con i Tea party, schierati contro l’invadenza dello Stato , e con Occupay Wall Street che si batte contro lo strapotere del capitalismo della speculazione sfrenata a danno del popolo.
Anche su certa stampa italiana, populismo ha assunto una connotazione negativa, proprio perché disturba i grandi magheggi orchestrati dalla speculazione globale.
Ditemi voi, cosa abbiano da spartire milioni di italiani con tipini alla Montezemolo e alla Marcegaglia.
Qualcuno allora potrebbe obiettare:”La predica di Berlusconi proveniva dallo stesso pulpito”.
E proprio qui sta l’abbaglio: il Cavaliere ha rappresentato l’unico caso di populismo organizzato, che purtroppo ha fallito per la debolezza politica dello stesso Silvio e le trame filo stataliste dei due “campioni” Casini e Fini.
A scanso di equivoci, e in omaggio a una certa tendenza semantica antipopolare, vi riporto quanto (tra l’altro) appare alla voce “populismo” sul Devoto-Oli 2012:” Qualsiasi movimento politico diretto all’esaltazione demagogica delle qualità e capacità delle classi popolari”. Si teme e si diffida della democrazia che sale dal basso, per privilegiare la sospensione della medesima , come è sotto gli occhi di tutti in Italia.
Amici, Monti ha strappato alle famiglie italiane anche le residue capacità di spesa, già ridotte sensibilmente dalla crisi globale, proiettando milioni di individui verso la povertà con l’Imu sulla prima casa, mentre la politica buttava nella spazzatura delle spese folli il provento di una fiscalità occhiuta e oppressiva.
Monti e Fornero hanno umiliato milioni di piccoli e medi imprenditori, e di giovani aspiranti al lavoro, con una vergognosa riforma, peraltro scritta malissimo e in modo criptico.
E adesso vogliono darci il Monti-bis.
Che vadano al diavolo, con tutte le loro supercazzole, i vari Montezemolo, Casini, Fini, Passera, insieme a tutti i vecchi arnesi democristiani, a suo tempo ospitati e riveriti sull’arca di Silvio-Noè, dopo il diluvio di tangentopoli.
Altro errore madornale di Silvio!
guglielmo donnini