NEW YORK, 28 SET – Il regista di Innocence of Muslims, Nakoula Basseley Nakoula, pseudonimo di Sam Bacile, il cristiano copto di origini egiziane che vive a Los Angeles, uno dei produttori del film è stato arrestato per violazione dei termini della libertà condizionata: nel 2011 era stato rilasciato dal carcere dopo una condanna per frode bancaria. In seguito alla liberazione, non avrebbe potuto usare Internet per cinque anni, se non con un permesso speciale: ma è stato lui in prima persona a caricare su YouTube alcune scene del suo film. L’uomo dovrà quindi presentarsi di fronte alla corte federale di Los Angeles giovedì prossimo.
Innocence of Muslims è il film che ha recentemente scatenato l’ira del popolo islamico, visto che riscrive la storia del profeta Maometto in chiave satirica, ridicolizzando la religione musulmana. Le prime scene sono state caricate a luglio, passando inosservate. In seguito c’è stata la diffusione di alcune parti con sottotitoli in arabo, in corrispondenza con l’11 settembre. Una volta chiara la natura della provocazione, quel filmato è divenuto la scintilla per l’esplosione della rabbia incontrollata degli estremisti islamici.
Il primo attacco è stato l’assedio all’ambasciata de Il Cairo, poi il tutto è sfociato con la morte dell’ambasciatore americano in Libia, Christopher Stevens. Bacile ha dichiarato che Innocence of Muslims è un “film politico, non religioso“, e, rincarando la dose, che “l’Islam è un cancro“. In questi giorni sono seguiti altri attacchi e violenze contro le sedi diplomatiche Usa nel mondo arabo. Barack Obama ha ricordato Stevens alla recente Assemblea Generale delle Nazioni Unite:
Oggi dobbiamo affermare che il nostro futuro sarà nelle mani di persone come Chris Stevens, e non dei suoi assassini. Dobbiamo dire che questa violenza e questa intolleranza non hanno spazio nelle nostre Nazioni Unite.
L’Iran, in risposta a Innocence of Muslims, ha deciso di non partecipare alla corsa agli Oscar 2013, invitando le nazioni islamiche a boicottare l’evento.
Guarda il video:
http://www.youtube.com/watch?v=vYnwZeZ8p8Y&feature=player_embedded
Fonte: New York Times