E’ Cesare deve morire di Paolo e di Vittorio Taviani il film che la Commissione di Selezione dell’ANICA proporrà all’Academy come possibile rappresentante dell’Italia nella corsa verso il Premio Oscar per il miglior film straniero.
Girato in uno stile docu-drama, l’ultima fatica dei registi toscani narra la messa in scena del Giulio Cesare di William Shakespeare da parte dei detenuti del carcere di massima sicurezza di Rebibbia, diretti dal regista teatrale Fabio Cavalli.
Presentato in anteprima al Festival di Berlino, il film si è aggiudicato l’Orso d’Oro, seguito da molti altri riconoscimenti fra cui il David di Donatello e il Nastro d’Argento.
Se i fratelli Taviani riusciranno ad arrivare sul red carpet del Kodak Theatre di Los Angeles lo si saprà il prossimo 10 gennaio, quando le nomination ufficiali saranno annunciate dall’Academy.
Nel frattempo, parlano le cifre.
Sono più di dieci anni che un film italiano non vince la statuetta per il miglior film straniero. L’ultimo, nel febbraio del 1999, è stato La vita è bella di Roberto Benigni, a cui è andato anche l’Oscar per il miglior attore.
Da allora, solamente un film italiano, La bestia nel cuore di Cristina Comencini, è riuscito ad entrare nella cinquina delle nomination ufficiali, sette anni dopo il trionfo di Benigni.
E nel 2008, La sconosciuta di Giuseppe Tornatore si è fermato alla short-list dei nove possibili candidati alla statuetta.
Luca Balduzzi