Sul caso Lazio: Polverini-Alfano-Alemanno-Bersani-Napolitano-Berlusconi-Renzi

ROMA 25 Sett – “Comportamenti immorali ai danni di questa Regione ci sono sempre stati“, ha detto Renata Polverini a Sky Tg24. “Non comportamenti con risvolti per forza giudiziari, ma morali ed etici – ha proseguito – Ostriche e champagne venivano gustate prima del mio arrivo. Quando sono arrivata qui ho ripristinato la consuetudine di mangiare in mensa”.

“Chi governava questa Regione aveva già toccato il fondo. La mia giunta non ha avuto comportamenti immorali, la giunta esce pulita“, ha detto Polverini ribadendo che nella giunta precedente si “sperperava. L’immoralità c’è stata. C’erano delle carte di credito nella dotazione del presidente della Regione e dei suoi collaboratori”. “Io sono pulita”, ha aggiunto. “Potevo sapere? E’ come dire che Monti sapeva di Lusi”, ha aggiunto la governatrice dimissionaria.

“Se mi candido? Ci stiamo pensando in queste ore, sicuramente non mi ricandido nel Lazio. Non ne ho parlato in queste ore con nessuno. Del mio futuro politico rifletterò con me stessa. Sicuramente non sono più interessata a governare il Lazio”, ha fatto sapere.

“Questa giunta non ha avuto comportamenti immorali. Tutto si è consumato al Consiglio regionale. Noi deliberavamo 35 milioni per spese per il Consiglio che li assegnava a ciò che riteneva più giusto. Non ho avuto sentore di come questi fondi venivano utilizzati, ma è storia che più volte abbia chiesto al presidente del Consiglio di operare una spending review. Ero cosciente che erano troppi soldi e per questo l’ho scritto al presidente dell’Aula”. Berlusconi? ”L’ho sentito – ha riferito Polverini – mi ha sostenuto e mi ha detto di decidere ciò che ritenevo più giusto per me e l’onorabilità dell’istituzione”.

“Mi dispiace per gli amici dell’Udc che ancora una volta vengono accusati di una cosa che non hanno mai pensato. Sono sempre stata con loro, anche Ciocchetti ha ribadito che voleva con me andare avanti perché con me aveva vinto le elezioni. Non ce l’ho assolutamente con loro”, ha dichiarato. “Monti non mi doveva consigliare nulla, infatti non lo ha fatto. Gli ho detto che avevo preso una decisione che avevo comunicato al Capo dello Stato. Avevo il dovere di informare, prima della mia coalizione, chi rappresenta il Paese”, ha concluso Polverini.

La presidente dimissionaria, secondo quanto si è appreso, è stata a palazzo Grazioli, residenza romana di Silvio Berlusconi.

“Propongo al Pd e agli altri partiti un patto e cioé di non ricandidare i consiglieri uscenti“. Lo ha affermato il segretario del Pdl, Angelino Alfano, intervenendo ad una conferenza stampa nella sede del partito dopo una riunione con i vertici regionali del partito. “Fiorito va in giro a dire che sarà ricandidato, dica con chi, perché, fino a quando io sarò segretario, lui non sarà ricandidato”, ha aggiunto. Quanto al Cavaliere, si è detto convinto che “la vicenda del Lazio non inciderà per nulla nella decisione che Silvio Berlusconi prenderà in merito al fatto di candidarsi o meno. Lui farà la scelta più opportuna per il bene del Paese e del partito”.

“Proporrò un’assemblea straordinaria per il ‘rinascimento azzurro’. Una assise in cui saranno decise le regole per la scelta dei candidati e per evitare altri casi Fiorito”, ha proseguito il segretario del Pdl. “Da oggi i nostri gruppi consiliari avranno i conti certificati da società esterne e per far sì che sia una scelta di tutti, nelle assemblee regionali proporremo un disegno di legge che fissi questa regola”, ha annunciato.

“Non lo so. Stiamo studiando le procedure perché ci sono elezioni politiche, comunali e regionali. Bisogna ragionare ma non posso ancora esprimere un giudizio”. Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a chi gli chiedeva se stesse pensando di sciogliere anticipatamente il comune per indire un unico ‘election day‘.

“La Polverini non poteva sapere ma neanche io sapevo come venivano spesi i fondi del gruppo”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Mario Abbruzzese che si trova a Cassino. “E’ sbagliato sparare a zero sul Consiglio e tirarsi del tutto fuori – ha aggiunto – Certo la Polverini non poteva sapere come venivano spesi i fondi visto che la gestione è di esclusiva competenza del capogruppo. E’ sbagliato generalizzare e dire che il Consiglio è indegno o vile”.

“Con la vicenda del Lazio alle spalle, se oggi mi dicono che pezzi della maggioranza Pdl-Lega stanno valutando un cambio di passo, noi ci siamo da subito”: lo ha detto il segretario regionale del Pd lombardo, Maurizio Martina, che arrivando al Consiglio regionale ha detto ai giornalisti “siamo pronti a fare in Lombardia il passo delle dimissioni come il Pd nel Lazio, ma chiedo alla maggioranza di battere un colpo, perché la responsabilità è loro e i numeri sono numeri”.

“Formigoni non ha nessuna ragione per dimettersi”. Lo ha affermato Alfano, spiegando che “non ci sono simmetrie” tra il caso Lazio e la Lombardia.

BERSANI, SUBITO TRASPARENZA E RIDURRE COSTI – “E’ necessario prendere un’iniziativa urgente sui costi delle Regioni. Da subito bisogna ridurre e riformare i costi e mettere online tutte le spese”. E’ la proposta che il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, avanza, alla luce dello scandalo della Regione Lazio, a presidenti di Regione e capigruppo del Pd.

NAPOLITANO – “Anche di recente la cronaca ci ha rivelato come nel disprezzo della legalità si moltiplichino malversazioni e fenomeni di corruzione inimmaginabili, vergognosi”. Lo ha detto Giorgio Napolitano parlando al Quirinale in occasione dell’apertura dell’anno scolastico.

“Chi si preoccupa giustamente dell’antipolitica deve saper risanare in profondità la politica”, ha detto Napolitano.

“No, non siamo allo sbaraglio“. Scende dal predellino di un treno che lo porta da Milano a Roma, Silvio Berlusconi, quando i cronisti lo incalzano sulla crisi del Pdl e gli chiedono cosa pensi di fare con un partito da rifondare. Il Cavaliere rassicura sullo stato di salute del suo partito e dà un segnale in prima persona, arrivando nella capitale non in aereo, com’è abituato a fare, ma in treno. Treno e aereo “sono due cose diverse – chiacchiera con i cronisti l’ex premier – ma posso dire che il treno è comodissimo”. La ‘svolta’ del Cavaliere con la scelta delle ferrovie potrebbe essere però solo una parentesi, dettata dalla chiusura per lavori dell’aeroporto di Ciampino e dalla disponibilità di uno slot a Fiumicino solo nel tardo pomeriggio.

C’è spazio per Matteo Renzi, tra le risposte che Berlusconi dà alle domande dei giornalisti. A chi gli domanda se il suo endorsement al ‘rottamatore’ del Pd vada interpretato come un ‘bacio della morte’, il Cav. risponde con una battuta: “Allora vorrà dire che non lo bacerò più“.

Poi Berlusconi in una nota interviene con durezza sulla vicenda del Lazio. Renata Polverini, “si è assunta responsabilità che sono di sistema e riguardano tutte le classi dirigenti in ogni partito. Nessuno può chiamarsi fuori. Tutti i gruppi nel Consiglio regionale del Lazio erano corresponsabili: maggioranza e opposizione”, afferma. “E’ necessario intervenire con estrema decisione, con coraggio e severità: la politica in Italia rischia di morire nel discredito in conseguenza di comportamenti collettivi e individuali intollerabili al senso comune e alla coscienza pubblica. Nessuno può chiamarsi fuori”.

“Bisogna abrogare il sistema di finanziamento di gruppi e partiti così come l’abbiamo conosciuto. Si sono fatti dei passi in questa direzione, a livello centrale, ma non basta”, sostiene il leader del Pdl.

L’ex premier oggi parla anche in un’intervista all’Huffington Post Italia. “Il professor Monti era sulla carta il miglior presidente del Consiglio per un governo d’emergenza che avesse l’appoggio di maggioranza e opposizione e potesse fronteggiare al meglio la crisi”, sostiene. “Non è un errore – spiega Berlusconi parlando della possibilità che il premier possa essere il candidato perfetto dei moderati – ma per essere candidato occorre innanzittutto volersi candidare. Aspettiamo e vedremo”.

Poi il presidente del Pdl parla delle dimissioni della governatrice del Lazio. “Apprezziamo la scelta di Renata Polverini che pur non avendo compiuto nulla di immorale né di illegittimo ha ritenuto, di fronte alle gravi emergenze venute alla luce nell’utilizzo dei fondi pubblici, di consentire con le sue dimissioni un cambiamento”.

Berlusconi nel’intervista si dice sereno anche nell’eventualità di primarie del centrodestra: “Non ho mai avuto difficoltà a mettermi in gioco e a competere con gli altri”.

Non manca qualche affondo. “Ci sono ancora in Italia partiti che si definiscono comunisti. Ma soprattutto bisogna scongiurare che l’Italia finisca in mano a soggetti che in comune non hanno proprio nulla. Io stesso ho avuto problemi con i miei alleati, eppure partivamo da basi comuni che sembravano solide. Cosa potrà mai accadere all’Italia governata da un’armata Brancaleone che comprende Vendola e Casini, Bersani, la Bindi e Di Pietro?”.

“Certamente sì e con tutto il cuore“. Berlusconi risponde così ad una domanda in cui gli si chiede se sia disposto a sostenere un candidato che non si chiami Berlusconi per costruire un nuovo centrodestra.

L’intervista prosegue e si sofferma sul tema dei rapporti di Berlusconi con la magistratura e il Cav smentisce che la sua esitazione a candidarsi dipenda da ‘un accanimento giudiziario’ . “Nessuna paura, ho sempre trovato un giudice a Berlino, non sono mai stato condannato nonostante un accanimento giudiziario che non ha eguali nel tempo e nel mondo. L’accanimento giudiziario non mi ha mai impedito e non mi impedirà mai di fare ciò che sento il dovere di fare, nell’interesse del Paese che amo”.

Nell’intervista all’Huffington Post il leader del Pdl torna a parlare dell’Imu. “La nostra proposta è abolire l’Imu sulla prima casa. Una tassa intollerabile per gli italiani, che diversamente dal resto d’Europa abitano per l’80% nella casa di proprietà. L’Imu andrebbe considerata ‘una tantum’ per l’emergenza”.

Berlusconi critica poi la riforma del lavoro realizzata dal governo Monti. “Nel momento in cui si doveva accompagnare l’austerità con la crescita ha pesato sul governo Monti il condizionamento della sinistra. I veti del Pd sulla riforma del lavoro hanno interrotto l’azione riformatrice. Vorremmo più coraggio. Fermo restando il rigore dei conti e il pareggio di bilancio è opportuno che il governo cambi passo puntando allo sviluppo”.