Spending review: a rischio gli interventi per la cataratta

7 SET – ”La contrazione della spesa sanitaria di fatto sta privando ai pazienti delle strutture pubbliche la possibilita’ di accedere alla cura” della cataratta: un dato importante, visto che ogni anno in Italia vengono fatte 500mila operazioni di questo tipo. A dirlo sono gli esperti della Societa’ oftalmologica italiana (Soi), in occasione del congresso europeo di oftalmologia di Milano.

”Per una operazione di cataratta, infatti – spiegano gli specialisti – il rimborso del servizio sanitario nazionale si attesta intorno ai 700 euro’‘, che comprende tutto: dai materiali impiegati ai costi per la sala operatoria al personale. ”Questo significa che negli ospedali e nelle cliniche convenzionate si utilizzano cristallini monofocali tradizionali che costano 120 euro mentre il costo della sola lente di ultima generazione e’ pari a circa 1.000 euro. Il 90% delle persone che si sottopone a un intervento di cataratta non e’ a conoscenza di queste nuove possibilita’. Il medico ha l’obbligo di dare la giusta informazione attraverso il consenso informato, ma finora si e’ tergiversato poiche’ questa situazione rischia di mettere in crisi l’ospedale pubblico che non puo’ garantire l’erogazione di questa innovazione terapeutica”.

L’alternativa attuale per il paziente, sostengono gli esperti della Soi, ”e’ quella di farsi operare in una struttura privata, spendendo circa 4.000 euro e assumendosi tutti i costi o scaricandoli sulla propria assicurazione’‘. La Soi, ”pur nel rispetto dei limiti di spesa previsti dalle singole Regioni, ritiene che i pazienti abbiano diritto ad accedere alle migliori terapie disponibili. Per questo ha individuato una terza via rispetto all’attuale dicotomia pubblico-privato: la compartecipazione alla spesa sanitaria da parte dei pazienti.

Un’alternativa attualmente preclusa da barriere legislative che riguardano non solo l’oculistica, ma tutta la sanita’”.

In pratica, spiega il presidente Soi Matteo Piovella, con la compartecipazione alla spesa il sistema sanitario ”pagherebbe i costi previsti relativi all’intervento senza aumentare la propria esposizione finanziaria mentre resterebbe a carico del paziente un importo di circa 6-700 euro per la differenza di costo del cristallino di nuova generazione”.(ANSA).