5 sett – Resta in carcere l’ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi. Lo ha deciso il tribunale del riesame (presieduto da Renato Laviola) dopo l’annullamento, da parte della Cassazione, dell’ordinanza che aveva negato la scarcerazione del senatore accusato dell’ammanco di oltre 25 milioni di euro dalle casse del disciolto partito. Il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il pm Stefano Pesci, nell’udienza a porte chiuse di venerdi’ scorso, avevano espresso parere favorevole alla concessione degli arresti domiciliari per Lusi.
E in caso di via libera del riesame, l’ex tesoriere della Margherita sarebbe andato in un convento abruzzese. E, invece, con questo provvedimento, il senatore, accusato di associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione indebita, continuera’ a rimanere nel carcere di Rebibbia dopo il suo arresto del 20 giugno scorso.
Per il tribunale del riesame, Lusi, nel corso dell’istruttoria, e’ apparso “ambiguo, reticente e volutamente confuso”. Al collegio giudicante, presieduto da Renato Laviola, bastano poche pagine per spiegare come a carico del senatore (detenuto a Rebibbia) sussista ancora forte il pericolo di inquinamento probatorio, tanto che non possono essere prese in considerazione richieste difensive di scarcerazione o di concessione degli arresti domiciliari.
Per i magistrati, il senatore Lusi “non ha mai mostrato alcuna resipiscenza”, evitando di fornire qualunque tipo di collaborazione agli inquirenti. Insomma, alla luce di questo quadro indiziario, a parere del tribunale, “non c’e’ allo stato un luogo alternativo al carcere”. (AGI) .