Bruxelles, 6 set – L’Europa ha bisogno di politiche che possano dare slancio alle economie del Continente e, soprattutto, arginare il fenomeno della disoccupazione, vera e propria piaga. Nel territorio dei ventisette paesi dell’Ue la vera sfida e’ questa: ricostruire il mercato del lavoro, che sappia riportare nel circuito produttivo quanti oggi si trovano al di fuori, correggendo quelle disfunzioni che ancora fanno parte dell’Europa. Lo sostiene la Commissione Ue, in occasione di ‘Jobs 4 Europe’, la conferenza sulle politiche a sostegno della creazione di lavoro in Ue organizzata oggi a Bruxelles.
Per l’occasione l’organismo comunitario riassume la situazione che sta vivendo il Vecchio Continente, con un documento che evidenzia tutta la gravita’ del momento. Il continuo peggioramento della situazione a livello occupazionale ”e’ la principale preoccupazione per i cittadini e i governanti europei”, sottolinea l’organismo di Bruxelles. ”La disoccupazione e’ vista come minaccia alla stabilita’ e alla competitivita’ dell’Europa”. E non potrebbe essere altrimenti.
Dal 2008 a giugno 2012 il tasso di disoccupazione in Europa e’ passato dal 7% al 10,4%: la crisi ha prodotto in tutta Europa circa 25 milioni di disoccupati, 18 milioni dei quali nell’Eurozona. Ma non c’e’ solo l’incubo della perdita del posto di lavoro ad agitare gli europei: oggi avere un lavoro non significa avere certezze. ”Il lavoro e’ diventato piu’ precario”, denuncia la Comissione europea. Circa il 94% dei posti di lavoro creati nel 2011 e’ part-time, una situazione che riguarda persone dai 15 ai 64 anni di eta’. Inoltre, quattro giovani lavoratori su dieci (il 42,5%) ha contratti a tempo determinato. Preoccupa poi un altro dato: nel 2011 il numero delle persone a rischio poverta’ in Europa e’ arrivato a 116 milioni.
”E’ in gioco la ripresa economica con cui l’Europa dovra’ essere in grado di assicurare un crescita sostenibile”, denuncia la Commissione europea. La situazione e’ delicata e le e sfide sono tante: oltre alla disoccupazione c’e’ il problema dell’equilibrio dei conti pubblici e delle disuguaglianze sociali. In tal senso vanno rimosse quelle barriere che impediscono alle donne di avere le stesse possibilita’ di accesso al mondo del lavoro che hanno gli uomini. ”Sebbene molto sia stato fatto il gap occupazione tra uomini e donne rimane elevato”, rileva l’esecutivo comunitario. Nel 2011, infatti, il tasso di occupazione femminile europeo era del 62,3%, contro il 75% di quello maschile. Non solo: tre donne su dieci con lavoro in Europa hanno un impiego part-time, mentre tra gli uomini solo uno su dieci ha questo tipo di lavoro. asca