4 sett – Tutto si muove, almeno a parole.
La politica si riaffaccia con i temi pre-elettorali, incurante dello tsunami che di recente l’ha colpita.
Casini: “Noi ci presenteremo da soli”. (Dopo averle tentate tutte)
Vendola: “Un governo con Casini è impossibile in natura”.
(Ha evitato il lapsus freudiano del “contro natura”)
Alfano: ”Non faremo la grande coalizione”.
(Non poteva dire il contrario , senza perdere la faccia)
Bersani potrebbe perdere le primarie, lasciando a Renzi la candidatura alla presidenza del Consiglio. (Basta che una parte di noi vada a inquinare le loro primarie)
I partiti (o presunti tali ) ribollono come il mosto settembrino.
Poiché siamo diventati sudditi di Frau Angela, e dell’Unione europea , ai politici nostrani restano ben poche scelte che non siano quelle già dettate dal fiscal compact e dalle varie mordacchie della troika.
A casa nostra, il padrone è qualcun altro.
Ecco perché vorrebbero (a Palazzo Chigi o al Colle ) il solito Mariuccio genuflesso: quello dell’aplomb con la schiena un po’ piegata verso Nord.
Tanto per rinfrescare la memoria, il Parlamento ha sottoscritto manovre da 45 miliardi all’anno di lacrime e sangue per i prossimi vent’anni.
Stiamo pagando al dio euro un orribile contributo, fatto di sacrifici imposti soprattutto ai più facilmente raggiungibili dai tentacoli del fisco. Intanto, dalla Grecia e dall’Olanda, per ragioni del tutto opposte, giunge la voglia matta di ritorno alle monete nazionali.
Buona Europa a tutti.
guglielmo donnini