di Vincenzo Merlo
30 ago – Al ritorno dalle ferie ( per chi se le e’ potute permettere), i numeri della situazione italiana sono da tregenda: il Prodotto Interno Lordo e’ in caduta libera tra il 2.5 e il 3 per cento ( a fronte del +0.4 del 2011); analogo e’ l’andamento dei consumi, in contrazione del 2.8 per cento ( dato del 2 agosto).
Da quando esiste la statistica, vi e’ un solo precedente, quello della Grande Depressione susseguente alla crisi del ’29. “Mai così male dal dopoguerra”, ha spiegato il direttore del centro studi di Confcommercio, Mariano Bella; gli effetti sul commercio sono drammatici e nel 2012 chiuderanno oltre ventimila negozi. Dal 2007, prima dello scoppio della crisi, i cittadini italiani hanno perso il 9.7 per cento del loro reddito.
I segnali di crisi nei consumi vengono confermati il 29 agosto dalle vendite al dettaglio, in calo dello 0.5 per cento su base annua; commentando tale dato, Confcommercio rileva “lo stato di estrema criticità in cui versa la domanda interna per consumi”. E non solo quella, aggiungiamo noi!
Se infatti volgiamo il nostro sguardo dai consumi alla produzione e ai risvolti occupazionali, il panorama volge ulteriormente al peggio: la produzione industriale e’ in calo del 6.3 per cento sull’anno precedente, mentre la disoccupazione sfiora ormai l’11 per cento, a fronte dell’8.6 del novembre scorso, quando premier era Silvio Berlusconi. Allora la benzina costava trenta- trentacinque centesimi meno di ora, e a riguardo il Codacons ha calcolato che dall’agosto 2011 all’agosto 2012 il rincaro del carburante si attesta a 768 euro per automobilista, mentre il mantenimento di una vettura costa ormai 4000 euro l’anno.
Nessun comparto produttivo si salva dal disastro: tra tutti spicca il vero e proprio crollo del settore edilizio e immobiliare in generale, con dati che variano tra il meno 15 e il meno 20 per cento. Il denaro scarseggia sempre piu’ e le imprese vengono strozzate: la CGIA di Mestre rileva che , dall’inizio della crisi, le imprese fallite sono oltre 46000, un terzo delle quali per ritardi nei pagamenti. L’inflazione si attesta ora al 3.3 per cento, stesso dato dello scorso anno, con l’aggravante, pero’, che ora siamo tra i peggiori a livello europeo, perché il dato medio dei Paesi europei e’ sceso al 2.4 dal 3 dello scorso anno.
Con il governo Berlusconi, la differenza tra noi e la media europea era solo dello 0.3 per cento. Sempre il 29 agosto, l’Istat ha diffuso i dati dell’indice di fiducia dei consumatori italiani: ebbene, e’ il più basso dal 1996, ossia e’ il dato peggiore rilevato dall’inizio delle serie storiche. Le famiglie italiane sono dunque al top della sfiducia da 16 anni a questa parte! Logica conseguenza di questo stato di cose e’ che i capitali italiani fuggono all’estero (per alcune centinaia di miliardi), mentre con lo scudo di Tremonti erano in buona parte ritornati entro le nostre frontiere. Per finire, il dato sullo spread, mediamente peggiore, in questi nove mesi di governo Monti, anche rispetto agli ultimi nove mesi del governo Berlusconi.
Come si vede, le cifre parlano chiaro e dimostrano il fallimento totale del governo tecnico, subentrato a quello eletto dai cittadini con libere elezioni. La ” cura da cavallo” di Monti non solo non ha migliorato le cose, ma ha fatto precipitare il nostro Paese a livelli da dopoguerra.
Aumentando indiscriminatamente le tasse, ripristinando l’odiosa imposta sulla prima casa, allungando l’età lavorativa, il governo dei tecnici pensava di stabilizzare l’economia italiana. Invece ha finito per ucciderla.
Scambiando la malattia (e cioè l’euro e l’eurozona) per la medicina, i tecnici di Monti si stanno rivelando i liquidatori del nostro Paese, tutto ciò avvenendo con il plauso dei poteri forti, degli eurocrati e della cosiddetta “grande stampa illuminata”. Davvero valeva la pena di complottare contro il governo Berlusconi per mettere al suo posto una classe politica di questo tenore?
Vincenzo Merlo
“le imprese fallite sono oltre 46000, un terzo delle quali per ritardi nei pagamenti.”
questa la dice lunga sul governo che ci fa la lezione di morale dicendo che combatte l’evasione fiscale (di chi sta fallendo, perché strozzato e perché lo Stato non lo paga).
Lo sceriffo di Nottingham (quello di Robin Hood) poteva fare la stessa lezione di morale, con buona ragione, ma noi non accettiamo lezioni morali da chi sta prendendo soldi, semmai le potremmo accettare da chi stesse “distribuendo” soldi. Non certo regali, non è di regali che abbiamo bisogno, ma di Giustizia.
Riavviare il settore produttivo sarebbe stato il dovere morale del governo, che se ne è ben guardato. I soldi sono andati alle banche, che al momento sono dedite allo strozzinaggio più duro ed imbecille, perché quando le vittime saranno morte, come tanti che si sono suicidati, per non parlare dei loro dipendenti che sono finiti in mezzo alla strada, non pagheranno più tasse, né loro, perché saranno morti, né i loro dipendenti, perché lo Stato dovrà prendersene cura. Ecco dove porta la “morale” dei banchieri.
E avrei tante cose da dire, ma è meglio che me sto zitto, se no esco dai canoni…