27 ago – ”Si deve incrementare il grado di attuazione della norma che prevede l’applicazione della misura alternativa dell’espulsione per i detenuti stranieri i quali debbano scontare una pena, anche residua, inferiore ai due anni; potere che la legge affida alla magistratura di sorveglianza”. Cosi’ in una nota Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, commenta i dati sul boom di detenuti stranieri nelle carceri italiane.
”Oggi abbiamo in Italia oltre 66mila detenuti: ben 23.590 sono stranieri, con una palese accentuazione delle criticita’ con cui quotidianamente devono confrontarsi le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria”. Il Sappe chiede dunque al Governo Monti di ”recuperare il tempo perso su questa significativa criticita’ penitenziaria e di avviare le trattative con i Paesi esteri da cui provengono i detenuti – a partire da Romania, Tunisia, Marocco, Algeria, Albania, Nigeria – affinche’ scontino la pena nei Paesi d’origine.
Per il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria ” e’ fondamentale trovare accordi affinche’ gli stranieri scontino la pena nei Paesi d’origine. Questo, oltre a mettere un freno ad una grave emergenza, potrebbe rivelarsi un buon affare anche per le casse dello Stato, con risparmi di centinaia di milioni di euro, nonche’ per la sicurezza dei cittadini. Un detenuto – ricorda Capece – costa infatti in media oltre 250 euro al giorno allo Stato italiano”.