22 ago – La mortalita’ per tumori, in particolare del polmone, negli uomini e nelle donne della provincia di Taranto e’ uguale alla media delle province del Sud Italia. E’ quanto emerge da un’analisi statistica sui dati di mortalita’ Istat, basata sui certificati di morte ufficiali, sulla mortalita’ per tumore nel sud Italia tra il 1999 e il 2003, condotta all’Istituto Nazionale Tumori di Aviano insieme all’Istat di Roma e all’Istituto Tumori Pascale di Napoli.
L’Ilva e i decessi per tumore: cosa dicono i dati ufficiali
”Questi dati pubblicati su Epidemiologia e Prevenzione del 2011 – sottolineano Diego Serraino, Direttore Epidemiologia e Biostatistica e Umberto Tirelli, Direttore Dipartimento di Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano – hanno come punti di forza la copertura di tutto il Sud e la standardizzazione dei dati; lo svantaggio e’ che non si occupano dei singoli comuni, perche’ e’ stata analizzata la provincia ma non il comune di Taranto.
Va tenuto pero’ presente che uno studio epidemiologico definitivo sul comune di Taranto non esiste ad oggi in quanto questo ipotetico studio dovrebbe avere almeno due caratteristiche: 1) essere ”georeferenziato”, cioe’ tutti gli indirizzi andrebbero associati ai residenti in modo uninominale per mappare le residenze nel tempo (almeno 30 anni, dato il tempo che ci vuole per sviluppare il carcinoma del polmone) e di ogni residente bisogna conoscere data di nascita, sesso, e appunto tutte le residenze a Taranto o in altri comuni; 2) aggiustare per fumo: la residenza in zone disagiate, come vicino a impianti industriali, e’ associata allo stato socio economico basso, che a sua volta e’ associato all’aumento della frequenza del fumo che e’ la causa principale del carcinoma del polmone”.
”Inoltre – sottolineano gli esperti dell’Istituto Tumori di Aviano – va detto che in Italia ci sono circa 1300-1500 nuovi casi di tumore all’anno in bambini da 0 a 14 anni e non risulta esserci un eccesso a Taranto rispetto alla media nazionale.
Per quanto riguarda l’inquinamento dell’aria, la prima causa nota e accettata in tutti i Paesi industrializzati e’ il traffico veicolare: almeno il 5% dei carcinomi del polmone e’ oggi attribuibile ai fumi di scarico delle automobili e IARC ha classificato il diesel come carcinogeno di classe 1: perche’ non bloccare quindi la circolazione dei veicoli, almeno quelli a diesel? Perche’ non chiudere certe strade statali e certe autostrade, quelle piu’ inquinate?
Ovviamente non andrebbero costruiti condomini vicino alle acciaierie o alle autostrade, come purtroppo continua ad accadere in Italia. L’inquinamento dell’aria causa indubbiamente molte malattie acute respiratorie ma ad oggi il rischio attribuibile sui tumori dell’apparato respiratorio e’ basso (<3% tolto automobili) perche’ il fumo resta la causa principale (Fonte: American Association for Cancer Research)”.
”I dati epidemiologici condotti ad oggi – concludono Serraino e Tirelli – indicano quindi che non vi e’ un incremento dei tumori, in particolare del polmone, nella provincia di Taranto rispetto alle altre province del sud e non esistono evidenze epidemiologiche su un nesso di causalita’ certo tra inquinamento ambientale e tumori a Taranto”. asca